Il nuovo metodo è stato pubblicato sulla rivista Science Advances. Tiene conto della morfologia del cervello e di come questa sia influenzata da differenze genetiche già note per la loro capacità di aumentare il rischio di autismo. Nel dettaglio i ricercatori hanno testato la tecnica sperimentale su un gruppo di soggetti partecipanti al Simons Variation in Individuals Project. Gli studiosi hanno mappato il cervello attraverso una risonanza magnetica. Le immagini ottenute sono state poi analizzate dall’intelligenza artificiale che rileva i movimenti di proteine, nutrienti e altri processi legati all’autismo.
Tra i fattori genetici noti con un possibile ruolo nel disturbo ci sono le cosiddette delezioni o duplicazioni di alcune sequenze genetiche ripetute: chi soffre di autismo presenta con maggiore probabilità una diminuzione o un aumento del numero di copie di queste sequenze genetiche, ripetute rispetto al numero con cui esse si presentano nel Dna dei soggetti senza il disturbo.
Fonte: TgCom