“Avete scelto un bel tema – si legge nel messaggio di Papa Francesco ai giovani –. È l’urgenza che stiamo sperimentando di fronte alle guerre e alle tante persone che ogni giorno perdono la vita, bambini, anziani, giovani, uomini e donne. Gesù vive e Vi vuole vivi! Senza la pace non c’è vita. C’è solo morte e distruzione“.
“Ci sono tre modi sicuri – scrive il Pontefice – per diventare strumenti di pace: Riempire la giornata di gesti di pace. In codesta antica cittadina di Scala, Voi potete approfondire il cammino di solidarietà e di dialogo avviato dal Beato Fra’ Gerardo Sasso, fondatore e primo Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. In un’epoca di conflitti bellici creò a Gerusalemme, intorno al 1100 d.C., il primo ospedale interreligioso.
Anche Voi, sul suo esempio, potete costruire ponti di amicizia e di solidarietà reciproca. Illuminate ogni ora della vostra giornata compiendo un gesto di pace: un gesto di servizio, di tenerezza, di perdono. Pregare con il cuore per la pace. Quando ci sentiamo impotenti davanti alla drammaticità degli scenari mondiali, ricordiamoci che “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37)”.
“Abbiamo un’arma molto efficace che è la preghiera – ha proseguito il Papa – Utilizziamola! Preghiamo di più per la pace, perché arrivi presto. Invochiamola con fede e fiducia! Assumiamo un impegno quotidiano di preghiera personale per la pace. Ritrovatevi insieme per condividere momenti di adorazione eucaristica davanti al Signore, Re della pace. Vivere come pellegrini di speranza.
Con coraggio, non stancateVi di sognare la pace giusta e la fraternità, perché questo è anche il sogno del Padre: che i suoi figli siano uniti e felici, riconoscendoci tutti fratelli. Guardate oltre la notte! Non arrendeteVi al pensiero che la guerra possa risolvere i problemi e condurre alla pace. La guerra è sempre una sconfitta, una resa vergognosa di fronte alle forze del male. Facciamo memoria di tutte le vittime, che non dobbiamo mai dimenticare, e questo ricordo ci apra concretamente a trovare nel presente una via d’uscita in un cammino di riconciliazione“.
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