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San Severino, raid contro i mezzi della Cogea. Il titolare: “Non mi faccio intimorire”

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Atto intimidatorio o semplice bravata da parte di ignoti? Sono questi gli interrogativi che – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – si stanno ponendo gli inquirenti, a seguito dell’episodio verificatosi la scorsa notte alla frazione Spiano di Mercato S. Severino: due mezzi della Cogea Impresit srl, ditta che si sta occupando dei lavori di mitigazione del rischio idrogeologico di alcuni valloni situati in quest’area, sono stati presi di mira da parte di alcuni sconosciuti.

La sgradita sorpresa è stata scoperta dagli operai dell’impresa, che ieri mattina, recandosi al cantiere dove sono in corso i lavori iniziati da oltre un mese, hanno trovato i vetri di due mezzi della ditta in frantumi e all’interno dell’abitacolo del veicolo hanno notato, poggiate sui sedili, la presenza di bottiglie di vetro contenenti del liquido presumibilmente infiammabile (probabilmente benzina).

Gli operai, sopresi dall’accaduto, hanno avvertito il titolare dell’impresa, Nicola Aulisio, che da Agropoli (dove risiede) si è precipitato sul cantiere per verificare di persona cosa fosse successo. Lo stesso si è poi recato presso la locale Compagnia dei Carabinieri per sporgere denuncia.

Intanto è giallo sui motivi che hanno indotto queste persone ad aver agito in questo modo. E non è chiaro se le bottiglie contenenti liquido infiammabile (il contenuto presente al loro interno è al vaglio degli uomini della scientifica anch’essi intervenuti sul posto) avessero la finalità di lanciare un messaggio intimidatorio nei confronti della ditta che sta eseguendo i lavori.

Il titolare dell’impresa, Aulisio, ha voluto lanciare un messaggio chiaro: “Come persona, come azienda nota sul territorio regionale e come membro dell’ANCE ho un unico faro guida: le forze dell’ordine e le istituzioni. N

on accetterò nessuna ragione, motivo o qualsivoglia compromesso con forme violente e delinquenziali né tantomeno con ricatti e minacce, qualora il gesto compito contro di me si configuri come forma di atto intimidatorio.

Non mi lascio intimorire da niente e nessuno e sono fermamente convinto ad andare avanti nel mio lavoro”.

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