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Sangiuliano al Tg1 su Boccia: «Avevamo una relazione sentimentale…»

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«Avevamo una relazione che attiene alla sfera affettiva. Ma non sono ricattabile: non ho mai speso soldi pubblici». Lo ha dichiarato il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano al Tg1, in una lunga intervista, a proposito del suo rapporto con Maria Rosaria Boccia. Le sue parole arrivano dopo giorni in cui il caso Sangiuliano – Boccia è stato al centro delle cronache.

«Io riaffermo categoricamente che mai un euro del ministero è stato speso per la dottoressa Boccia. Ho pagato io», ha ribadito il ministro, mostrando anche alcuni estratti conto e numerose ricevute a sostegno delle sue parole. «I suoi viaggi li ho pagati da me con la mia carta di credito personale». Per questo Sangiuliano ritiene di non essere «ricattabile»: «In una funzione pubblica», spiega, «si è ricattabili se si è usato impropriamente il denaro pubblico».

Nell’intervista del direttore del Tg1 Gianmarco Chiocci – trasmessa prima in forma ridotta, e poi, al termine del notiziario, integralmente – si affronta anche il nodo politico della questione: «Ho presentato le mie dimissioni alla premier, che le ha respinte», ha dichiarato Sangiuliano.

Il Pd: «Mortificato il servizio pubblico»
Per il Pd, l’intervista è «uso privato del servizio pubblico». «L’imbarazzante vicenda che ha coinvolto il Ministro, le istituzioni, l’organizzazione del G7 ad oggi non è stata chiarita», si legge in una nota del partito, diffusa pochi minuti dopo il Tg1.
«Questa non è informazione pubblica, è un regime di informazione che mortifica il servizio pubblico ad un uso privato. Chiediamo la convocazione dei vertici Rai in Commissione Vigilanza», fa sapere inoltre il Pd.
Maria Rosaria Boccia su Instagram: «Iniziamo a dire bugie»
Poche ore prima dell’intervista al Tg1, Boccia aveva pubblicato su Instagram una Storia con il logo del notiziario, l’immagine di una grossa porzione di pop corn e poche parole: «Tutto arriva per chi sa aspettare». E poi: «Spero di non dover smentire ancora, un bugiardo recidivo in parlamento non sarebbe sicuramente gradito». Pochi minuti dopo la messa in onda delle anticipazioni dell’intervista, ecco arrivare altre Storie, dal tono sibillino. «Iniziamo a dire bugie», scrive Boccia, che poi cita – senza aggiungere alcun commento – una delle affermazioni del ministro: «Su questo terreno non sono ricattabile…».

L’intervista integrale: i punti chiave
Dopo il notiziario, con la trasmissione della versione integrale dell’intervista, Sangiuliano ha ripercorso l’intera vicenda dall’inizio.  Rispondendo alle domande di Chiocci, ha toccato alcuni punti che negli ultimi giorni avevano suscitato varie perplessità. Ad esempio, la data di inizio del rapporto di conoscenza tra lui e Boccia: Sangiuliano sostiene che, pur esistendo una foto scattata nel 2023 che li ritrae insieme, in realtà i due sarebbero stati effettivamente introdotti solo nella primavera del 2024.

Lo scatto dell’anno precedente sarebbe stato «uno dei tanti» realizzati quel giorno, e non dimostrerebbe una loro frequentazone.
Un altro elemento decisivo riguarda, naturalmente, l’ormai famosa nomina. C’è stata, come Boccia sostiene, oppure no?  Il ministro è fermo nel dichiarare che l’iter non è mai stato completato. A un certo punto, spiega, ha sentito l’esigenza di discutere della possibilità di attribuire un incarico «a titolo gratuito» a Boccia con alcuni «amici legali» e con il proprio capo di gabinetto, per vagliare al meglio «tutto ciò poteva confgurare un potenziale conflitto di interessi».

Fatte queste valutazioni, racconta il ministro, «ho mandato una mail al capo di gabinetto invitandolo a interrompere il percorso di nomina della dott.ssa Boccia». Alla radice di questa decisione, la questione «sentimentale», ma non solo: anche la partecipazione di Boccia («legittima», precisa Sangiuliano) ad alcuni eventi poteva configurare un «potenziale» conflitto di interessi. «La procedura è stata interrotta», ribadisce Sangiuliano: dunque anche se Boccia ha effettivamente firmato un contratto, non è mai arrivata la controfirma del capo di gabinetto del dicastero della Cultura. E, di conseguenza, la nomina non è mai diventata effettiva.

Il ministro offre anche una spiegazione rispetto ai discussi video girati da Boccia all’interno di Montecitorio. «Sarà venuta qui al ministero quattro o cinque volte, non di più», ha dichiarato Sangiuliano. Quanto alla «voce femminile» evocata da Boccia – quella che avrebbe, secondo lei, consigliato a Sangiuliano di bloccare la sua nomina – potrebbe essere, riconosce il ministro, quella della moglie di lui.

Sono stati violati documenti riservati del G7?, chiede il direttore del Tg1. «Assolutamente no! Del G7 sono stati diffusi aspetti marginali, ma nessun documento classificato o riservato», risponde il ministro. «Dopo l’intervento della premier da Del Debbio lei ha postato dei documenti che a noi sembrano il programma dell’evento, orari di ingresso o del pranzo», ha aggiunto. Non si trattarebbe dunque di materiali coperti da segreto.

Quanto al nodo dimissioni, il ministro spiega di essere pronto a presentarle. «Sono pronto a dimettermi subito se Meloni me lo chiede, ma l’ho rassicurata con prove documentali che si tratta di una vicenda di gossip, che mi rendo conto essere fastidiosa, ma mai un euro dei cittadini italiani è stato speso e nessun documento riservato è mai circolato». Sangiuliano riconosce che «sul piano della morale» la situazione che si è venuta a creare sia «censurabile». Ma ribadisce più volte di non aver commesso alcuna concreta violazione. E sente di avere ancora la fiducia della premier. «La presidente del Consiglio», ha dichiarato, «mi ha detto di andare avanti. Mi ha detto: sii sempre sincero e dì sempre la verità».

Le scuse alla moglie, a Meloni e allo staff
L’intervista si chiude con delle scuse, rivolte in primis alla moglie, che Sangiuliano definisce tra le lacrime come «la persona più importante» della sua vita. Poi, il ministro aggiunge: «Chiedo scusa a Meloni per l’imbarazzo procurato a lei e al governo. Chiedo scusa ai miei collaboratori che si sono trovati coinvolti nella vicenda».

Il caso Sangiuliano – Boccia
Il botta e risposta tra il ministro e la 41enne Maria Rosaria Boccia – che ha sostenuto di essere stata nominata «Consigliere per i Grandi Eventi», salvo poi essere smentita da Sangiuliano – va avanti dal 26 agosto.
La vicenda ha assunto un rilievo politico significativo, con le opposizioni che hanno chiesto le dimissioni del ministro Sangiuliano. Il responsabile del dicastero della Cultura ha più volte assicurato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di non aver speso fondi pubblici per spesare Boccia, e ha garantito che alla 41enne non è mai stato dato accesso a documenti riservati. La premier ha sinora difeso il suo ministro.
Boccia, da parte sua, ha risposto pubblicando sui suoi account social, di giorno in giorno, foto e documenti che hanno più volte smentito o comunque messo in discussione le dichiarazioni di Sangiuliano.

 

 

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