Parco Mercatello, residente di Pastena: “Lavori di deterioramento non di rinnovamento”

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che ha inviato alla redazione di salernonotizie.it, Alessandro, residente del quartiere Pastena, in merito ai lavori di ristrutturazione del Parco del Mercatello.

Vi scrivo per esprimere le mie considerazioni circa il “nuovo” parco del Mercatello, inaugurato con non poco orgoglio pochi mesi fa dal sindaco Vincenzo Napoli, dal governatore De Luca e dall’Amministrazione comunale ,che gonfiandosi il petto hanno riaperto il parco riconsegnandolo al pubblico dopo ben 4 anni di lavori.

Secondo quanto recitava il Comune di Salerno, il nuovo parco ora è, o meglio sarebbe, “un’armoniosa successione di prati dove correre in libertà o sdraiarsi al sole, roseti, alberature, pergolati e gioielli botanici da ammirare, viali per passeggiare e panchine per il relax, ludoteca per bambini, area spettacolo ed eventi, zona fitness” .

A dire il vero usare il termine “inaugurazione” per un qualcosa che già esiste, unitamente alla presenza sullo sfondo dello stesso cartellone all’entrata non sostituito e rovinato da graffiti (ripreso durante la cerimonia di riapertura) lasciava già perplessi ed apriva spazio ai primi dubbi, purtroppo confermati dopo una visita al tanto atteso nuovo parco.

A giudicare dalle parole colme di entusiasmo (tra cui quelle di chi si è autodefinito “santo”…) per dei lavori interminabili dall’importo pari a 5 milioni di euro, ci si aspettava un parco rinnovato, con il ripristino di canali e specchi d’acqua, pensiline in legno e addirittura migliorato rispetto alla prima versione che tutti ricordiamo. Tuttavia, per chi osserva in maniera attenta e non superficiale, la realtà dice ben altro: tutto ciò non è accaduto, anzi al contrario in alcune zone c’è stato un vero e proprio deterioramento .

A tal proposito si riportano quindi alcune foto che descrivono la situazione meglio di tante parole.

La prima cosa che balza all’occhio è stata la scelta di non ripristinare i corpi d’acqua, ad iniziare dal canale che ‘idealmente’ tagliava in due il parco, per poi sfociare nel lago con anatre (anch’esso ormai solo un ricordo di inizio millennio) rimpiazzato da una discutibile successione di aiuole che sembrano ospitare, anziché piante pregiate, cespugli incolti ed in alcuni punti pieni di rifiuti (la mancanza di manutenzione ha già dato i primi frutti)

Il connubio acqua-verde, da sempre formula adottata in tutti i parchi mondiali per i molteplici benefici indotti in termini sia di benessere psico-fisico che climatico, è stato eliminato senza tanti patemi.

Proseguendo verso est, il calpestio color rosa dei sentieri, scelta cromatica che abbelliva il parco grazie al distacco di tonalità con il verde, è stata sostanzialmente abraso -ed anche male- con il seguente risultato: intervento rozzo e privo della più elementare sensibilità nonché rispetto verso la popolazione.

Si arriva così ai pergolati, uno dei punti di maggiore “bellezza” del parco, almeno così come li ricordavamo un tempo:

Si nota subito come la grata blu centrale è stata asportata e riempita grossolanamente con una miscela grezza di cemento e pietra di scarsa qualità, mentre in alto gli elementi in legno sono stati rimossi e sostituiti con dei profilati in acciaio, di assoluta bruttezza .

La fontana di un tempo, fiore all’occhiello per la copertura in legno che la sormontava e che raffigurava elementi rappresentativi della Costiera, appare così:

Uno scenario triste e degradante su cui è inutile aggiungere altro.

Proseguendo, se qualche miglioria almeno c’è stata (un parco giochi per bambini, comunque il minimo indispensabile ) a distanza di pochi metri si può “ammirare” quella che un tempo era l’area sgambamento cani, e che ancor prima ospitava altre giostrine per bambini, chiusa ed in uno stato di totale abbandono: i bagni sullo sfondo sono inservibili e lasciati in condizioni pietose .

Continuando, una delle cose che più hanno lasciato l’amaro in bocca, che si sperava una volta per tutte fosse stata risolta ma che invece si presenta come peggio non poteva: parliamo dei ponti in legno, da cui si poteva attraversare e passare facilmente da una sponda all’altra del torrente“.

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