L’imprenditore salernitano Vincenzo Bove, già nel novembre dello scorso anno, e quindi quattro mesi prima del blitz che lo portò agli arresti domiciliari (successivamente revocati), aveva comunicato sia alla Camera di Commercio che all’Agenzia delle Entrate di essere il “titolare effettivo” dei locali finiti nel mirino dell’inchiesta della magistratura.
E’ quanto ha documentato Michele Tedesco, l’avvocato difensore di Bove, nell’istanza presentata – come riporta il quotidiano “La Città” oggi in edicola – per la revoca della misura cautelare, nel corso dell’udienza tenuta ieri davanti a giudici della prima sezione penale del tribunale di Salerno per il processo in corso sulla “cricca della dei locali”.
L’inchiesta della Procura di Salerno lo scorso febbraio ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di 31 persone, accusate di aver messo su un giro di affari illeciti per la gestione di diverse attività commerciali di Salerno e non solo.
A sostegno dell’istanza di revoca della misura cautelare, dunque, sono stati allegati i documenti datati 23 novembre 2023, ovvero quattro mesi prima dell’esecuzione dell’ordinanza di misure cautelari, con cui Bove aveva comunicato di essere il “titolare effettivo” delle società Non Ti Pago srls, Filippo e o’ Panaro srls e Porca Vacca Srl. Atto che la difesa ritiene utile per escludere l’accusa del trasferimento fittizio di beni contestato dalla Procura di Salerno.