“Previsioni che potrebbero essere ribaltate a causa del freddo di questi giorni – spiega Roberto Mazzei, dirigente Coldiretti e Direttore del Distretto della Castagna e dei Marroni della Campania – gli scenari internazionali illustrati in Grecia vedono anche la Campania in difficoltà a causa dello spopolamento, dell’abbandono dei terreni, della scarsa meccanizzazione e dei prezzi al produttore bassi, ma ci trovano in una fase di equilibrio produttivo post cinipide e con castagneti meno suscettibili a patologie e cambiamenti climatici. Quest’anno possiamo finalmente ribaltare le previsioni degli anni addietro molto negative in termini di produttività e competitività”.
L’Italia oggi il primo esportatore europeo con 59 milioni di euro verso i mercati della Svizzera, Germania, Austria, USA, Canada e Francia. Ma il settore deve fronteggiare grandi interrogativi: “In primo luogo – spiega Mazzei – i cambiamenti climatici che mettono in discussione la gestione; il marciume interno, che si verifica nelle aree in cui il cinipide è ancora fortemente presente e maggiormente nei castagneti moderni ed irrigati e il mercato, che richiede una riorganizzazione delle modalità di consumo, della fascia di popolazione attualmente interessata (over 65) e della sua percezione.
Rispetto ai problemi che stanno mettendo in ginocchio i paesi europei, l’Italia e la sua castanicoltura tradizionale che sembrava arrancare nella fase post Cinipide, ne sta uscendo più forte e le prospettive stanno cambiando perché gli impianti moderni dei paesi francesi, portoghesi, spagnoli che sembravano molto più produttivi, meccanizzati e sotto una gestione fitosanitaria attenta, stanno mostrando tutte le loro fragilità di impianti intensivi, varietà non autoctonie, territori non vocati naturalmente, ed oggi soffrono molto di più patogeni e clima”.
“Ci aspettiamo un anno positivo – fa eco il direttore di Coldiretti Salerno, Enzo Tropiano – dopo il flagello causato dal Cinipide galligeno che per anni ha quasi azzerato l’intera produzione regionale. I quantitativi saranno discreti e dalla buona calibratura. In questi anni, come Coldiretti, di pari passo alla lotta biologica abbiamo lavorato agli interventi colturali e di gestione dei castagneti, in particolare alle tecniche di potatura e alle problematiche fitosanitarie e ambientali. E’ ripartito un comparto strategico per l’economia delle aree interne e per il presidio del territorio”.
La provincia di Salerno presenta la più ampia superficie investita a castagneti (oltre 5mila ettari). Prima del problema cinipide, la produzione media annua del “Marrone di Roccadaspide IGP” era di circa 5-6 mila tonnellate, il 50% dell’intero raccolto di castagne della provincia di Salerno.