Ora, però, sembra esserci una marcia indietro della Germania, dopo un primo, timido tentativo di dialogo e avvicinamento alle posizioni espresse dal governo italiano. Il ministro tedesco Habeck ha sottolineato di voler confermare il 2035 come data dello stop ai motori endotermici, aprendo tuttavia a una maggior serie di aiuti per imprese e consumatori. E il ministro Urso ammorbidisce la sua posizione, chiedendo di garantire il massimo supporto a tutti gli attori che potrebbero vedersi pregiudicati dalle disposizioni del new green deal.
Il Cav. Domenico De Rosa, CEO di SMET, si era espresso positivamente sulla richiesta di Urso di rivedere i termini del blocco ai motori endotermici del 2035. “Non è il momento di cedere ma di spingere – spiega il Cav. De Rosa – verso un ritorno alla realtà. Non possiamo rovesciare le sorti del nostro comparto produttivo attraverso bonus a pioggia per una soluzione già respinta dal mercato. Perché investire ancora di più in qualcosa che non funziona?” Si chiede il numero uno di SMET.
“È assolutamente evidente che aver puntato tutto sull’elettrificazione non ha funzionato. Nonostante gli incentivi da un lato e le limitazioni dall’altro, i consumatori non hanno virato, come qualcuno si poteva auspicare, verso l’elettrico. E questo non lo dice Domenico De Rosa: lo dicono i numeri, i freddi dati che parlano e che più di tutti ci riportano alla realtà. L’automobile rappresenta la libertà di movimento delle persone – spiega il CEO di SMET – e i cittadini europei dovrebbero avere l’opportunità di esprimersi direttamente su un tema che impatta la loro quotidianità e la loro libertà”.
Da qui, la proposta di “un referendum che potrebbe chiarire una volta per tutte la direzione che l’Europa intende seguire”.
L’auspicio del Cav. Domenico De Rosa è quello di tenere la barra dritta. “La richiesta di rivedere i termini del new green deal e il blocco ai motori endotermici 2035 è una battaglia chiave per la ripresa dell’economia italiana ed europea. Stiamo assistendo al fragoroso crollo dell’industria italiana e all’apnea che vive il comparto dell’automotiv.
Puntare altre fiches sulla mano sbagliata ci farà solo perdere altro tempo, denaro e terreno rispetto ai principali competitor globali. I primi ad accorgersi dell’impossibilità di proseguire sulla linea tracciata dall’UE sono proprio le case automobilistiche che, non a caso, stanno rivedendo i loro piani industriali per evitare di sprofondare. Chiunque abbia potuto saggiare gli effetti reali di una transizione ecologica ed energetica spinta oltre ogni limite ed oltre ogni logica, sa che c’è da intervenire quanto prima”.
La partita è ancora lunga e il 2035 è lontano, ma gli effetti delle politiche europee sull’economia e produzione si fanno sentire sempre più. “Dobbiamo rimanere compatti – conclude il Cav. De Rosa – e marciare in un’unica direzione. Questa non è una battaglia ideologica ma di buon senso, che dovrebbe unire tutti, progressisti e conservatori: perché la realtà non applica etichette”.