Uno degli obiettivi primari dell’esecutivo è contrastare il calo delle nascite, con l’attuale tasso di fecondità fermo a 1,2 figli per donna, con l’obiettivo di migliorare nel lungo periodo il rapporto tra pensionati e contribuenti e prevenire squilibri previdenziali. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato l’urgenza della questione: “Con i dati attuali sulle nascite, non c’è futuro per il sistema previdenziale e produttivo”.
Il Piano strutturale di bilancio aggiornato del governo prevede il rafforzamento delle attuali misure di sostegno alla genitorialità. L’assegno unico, che tra il 2022 e il 2024 ha visto crescere l’importo medio da 147 a 175 euro per figlio, potrebbe beneficiare di ulteriori interventi, come l’esclusione di alcune voci di spesa dal calcolo Isee, incrementando così l’importo delle somme erogate.
Un altro punto chiave del piano riguarda l’accelerazione del programma asili nido finanziato con il Pnrr. L’obiettivo è creare 150.480 nuovi posti per bambini da 0 a 6 anni entro il 2026. Inoltre, il governo ha stanziato circa 735 milioni di euro per colmare i divari territoriali e infrastrutturali nei servizi per l’infanzia, garantendo una copertura del 33% del servizio asili nido su tutto il territorio nazionale.
Sul fronte dei congedi parentali, l’esecutivo mira a estendere i benefici, con un’attenzione particolare per le piccole e medie imprese, dove oggi tali misure sono meno utilizzate rispetto alle grandi aziende.
Infine, il bonus mamme – introdotto con la Legge di Bilancio per il triennio 2024-2026 – prevede l’esonero totale dei contributi previdenziali per le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato con tre o più figli, fino a un massimo di 3.000 euro annui. Il governo valuterà la possibilità di estendere la misura anche oltre il 2026 e di confermare il beneficio sperimentale per le madri di due figli.
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