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Cammarano: “L’ospedale di Agropoli non rispetta gli standard legislativi”

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La lettera del consigliere regionale al presidente De Luca: “Il nosocomio, pur rientrando tra gli ospedali in zone particolarmente disagiate, non è stato dotato delle strutture e dei servizi essenziali”

“Questa mattina ho scritto al presidente De Luca e al Direttore Generale dell’Asl di Salerno per segnalare una grave disfunzione del sistema di emergenza sanitaria che sta compromettendo il diritto alla salute dei cittadini di Agropoli e delle aree limitrofe. Con l’approvazione del Piano Regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera nel 2018, il nosocomio di Agropoli è stato inserito tra gli “Ospedali in zone particolarmente disagiate”. A tale formale riconoscimento, tuttavia, non ha fatto seguito un adeguamento strutturale e organizzativo conforme alle prescrizioni del D.M. 70 del 2015. Nonostante le chiare indicazioni normative infatti, il Presidio Ospedaliero di Agropoli non è stato dotato delle strutture, del personale sanitario e dei servizi essenziali. Sono stati predisposti unicamente i 20 posti letto per il reparto di medicina generale, ma senza alcun supporto per le attività di chirurgia, medicina interna e, soprattutto, senza un pronto soccorso operativo. L’attività di quest’ultimo è stata recentemente sospesa, in aperta contraddizione con le previsioni del DM 70/2015. Una simile privazione di funzioni espone a gravi rischi la salute dei cittadini che non possono contare su un’adeguata assistenza sanitaria di emergenza”. Dichiara il presidente della commissione Aree interne e capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano.

“Per queste ragioni ho chiesto di ripristinare un pronto soccorso efficiente e adottare tutte le misure necessarie affinché l’ospedale possa conformarsi sostanzialmente alla sua formale classificazione, garantendo così una risposta adeguata alle effettive esigenze della popolazione. La tutela della salute rappresenta una priorità assoluta, non si può consentire che carenze strutturali e organizzative compromettano il benessere collettivo”.

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