I gestori – come riporta il quotidiano “Il Mattino” oggi in edicola – hanno scomputato i canoni di locazione per «accelerare» l’apertura dei locali nel sottopiazza della Libertà ma, dopo una serie di disagi avuti, e dinanzi ad una nuova richiesta di pagamento da parte del Comune che ha avanzato richiesta di fitto, hanno chiesto di «rivedere» gli importi scomputati sulla base di una nuova tariffazione legata anche ai diversi parametri registrati nel corso degli ultimi 10 anni.
Il contratto, difatti, era stato stipulato dodici anni prima e 12 anni fa il progetto di rilancio della piazza era ben diverso.
E così il Comune di Salerno prima ha accolto la loro richiesta di confronto, andando in conciliazione, poi, visto che con le parti non è stato trovato un accordo, il Comune ha dato forfait ed i gestori dei quattro locali hanno deciso di ricorrere alle vie della giustizia ordinaria e trascinare l’amministrazione dinanzi ad un giudice civile.
Tutto l’impianto giuridico sarebbe fondato su due diverse interpretazioni date ad uno stesso punto del contratto. In pratica, le quattro società si sono viste penalizzate da un lancio commerciale annunciato e mai verificatosi, oltre che da una serie di disagi dovuti proprio a problemi legati ai lavori edili; il Comune ritiene invece di avere le proprie ragioni anche in ragione dell’aumento dei costi del materiale, cambiato nel corso degli ultimi dieci anni.
La questione è stata sollevata ieri dal video podcast SuperSalerno, in onda su sei Tv, e realizzato da alcuni attivisti storici del gruppo “Figli delle Chiancarelle“.
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