L’hacker siciliano Carmelo Miano è stato arrestato con l’accusa di aver violato i server del Ministero della Giustizia e avere trafugato 46 password di magistrati inquirenti, compresi i procuratori di Perugia e Firenze. La Procura di Napoli ha chiesto la conferma della detenzione in carcere per Miano, sostenendo che non avesse solo interesse a conoscere lo stato delle indagini che lo riguardavano, ma anche a vendere i dati. I magistrati valutano anche possibili connessioni tra l’hacker e eventuali committenti, evidenziando l’esistenza di un wallet con diversi milioni in criptovaluta. La Procura di Napoli ha annunciato che sta separando gli atti per trasmetterli agli uffici inquirenti competenti in relazione alla violazione delle mail dei magistrati di diverse procure italiane. L’avvocato di Miano ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza del sistema informatico del Ministero della Giustizia, dichiarando di avere la sensazione che le porte del sistema informatico siano state lasciate aperte per altre incursioni più gravi e preoccupanti. Tuttavia, ha anche osservato che Miano, nonostante avesse accesso a informazioni sensibili, si è limitato a vedere solo ciò che riguardava le indagini sul suo conto.