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La tela del ragno (di Giuseppe Fauceglia)

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Devo confessare che leggendo le cronache di questi ultimi giorni sono rimasto atterrito dalla fitta rete di relazioni, più o meno pericolose, che il sistema politico è riuscito a tessere nella nostra Provincia. Fermo restando il principio di non colpevolezza sino a sentenza definitiva, che deve riguardare tutti gli indagati e gli imputati, e non solo quelli del centro-sinistra, non è possibile tacere sull’intreccio di interessi, di scambi e di cortesie, non proprio gratuite, tra controllati e controllori, che, se dovesse corrispondere al vero, finirebbe per rappresentare una gravissima lesione dei principi democratici e del libero esercizio del voto.

Nel territorio che ci riguarda la legalità dell’agire pubblico, l’alta funzione della magistratura sarebbero state tenute sequestrate (e qui il condizionale è assolutamente d’obbligo) per circa vent’anni da un gruppo di interessi che avrebbe gestito appalti pubblici, assunzioni di parenti e nomine in importanti società.

Se, e non voglio davvero crederci, ciò dovesse essere, questa Provincia e la nostra Città sarebbero state nelle mani di un gruppo trasversale di potere occulto che mi ricorda quello di Palermo negli anni ’70 e ’80 dello scorso secolo.

Solo che a Palermo vi erano magistrati coraggiosi che agli inizi degli anni ’80 iniziarono a seguire la “traccia dei soldi” per arrivare a colpire quel pernicioso intreccio politico-mafioso. A Palermo in quegli anni vi era anche una forte consapevolezza della società civile, che si manifestò tra i gesuiti e una parte importante del clero e tra le associazioni di liberi professionisti e cittadini, ciò che è mancato e manca nel nostro territorio.

A Salerno, come scrivo da anni, esiste solo il “sistema” – intoccabile e trentennale coperto da convivenze che ora verrebbero lentamente alla luce- di una “corruttela” sottile che ha lambito anche i partiti di opposizione, e che ha, nella sua manifestazione clientelare, distrutto ogni capacità di reazione della società civile, priva di una borghesia colta e incapace di guidare il cambiamento.

Non credo, però, che siano da soli sufficienti arresti, inchieste e condanne per superare questa crisi profonda, la società civile deve svegliarsi e assumere un ruolo da protagonista, guidando e innovando i partiti dell’opposizione.

di Giuseppe Fauceglia

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