In Aula Magna, ieri mattina, un centinaio di ragazzi delle classi terza, quarta e quinta si sono confrontati per capire come poter rendere migliore il loro futuro. A fare gli onori di casa il dirigente scolastico dell’Istituto Ida Lenza. «Sensibilizzare i giovani a essere cittadini protagonisti della vita della città è fondamentale. Lex Start è un’idea straordinaria, costruttiva, importante», ha esordito la Lenza prima di lasciare interloquire i suoi studenti con il consigliere Volpe. Sessanta minuti e poco più di pensieri trattenuti, spunti costruttivi, idee importanti.
Tra timidezza e spigliatezza questi ragazzi hanno dimostrato di avere le idee molto chiare, tant’è che a fine incontro la metà dei presenti ha deciso di lasciare il proprio nominativo alla segreteria organizzativa con la volontà di proseguire nel viaggio di Lex Start e quindi confrontarsi più avanti con studenti di altri istituti, dividersi per aree tematiche e sedere in Consiglio Regionale per incontrare l’ufficio tecnico che gli insegnerà come si scrive una legge, per poi arrivare alla proposta.
«Due anni fa una percentuale importante dei 18enni in Italia non sapeva che si votasse», ha esordito Volpe e Michela, studentessa di quinta, ha espresso il suo parere in merito: «C’è carenza di comunicazione tra noi, Generazione Z, e le istituzioni. Bisognerebbe cambiare l’approccio culturale e privarlo della cattiva fede che ci appartiene in questo senso. Noi siamo informati ma superficialmente e seppur velocemente ci manca la conoscenza dell’aspetto tecnico della materia. Dovremmo costruire un legame, perché solo nello scambio potremmo iniziare a fidarci, capirci. Poi potremmo chiedere, proporre. Partecipare vorrà dire connettersi e diventare cittadini responsabili».
Applausi scroscianti in Aula Magna, a conferma del fatto che per loro manca un pezzo, un ponte con la politica. Michela con il suo pensiero ha come rotto il ghiaccio e l’incontro, che aveva preso il via in silenzio, cambia marcia. A farle eco è intervenuta un’altra studentessa, anche lei si chiama Michela. «Il nostro disinteresse è dato dalla disinformazione e la scuola non basta. Prevale il menefreghismo.
La cosa migliore sarebbe organizzare campagne informative, magari durante le ore di educazione civica. Siamo consapevoli del fatto che non interessarci della politica non ci farà bene: lei comunque si occuperà di noi e deciderà per noi. Tanto vale tentare di accorciare le distanze, per esempio con la visione di video delle attività del Consiglio Regionale. Potremmo capire meglio cosa fa, come agisce e allo stesso tempo come connetterci», propone la liceale.
Chiedono dunque di essere informati. «È una delle prime volte che ci viene permesso di mettere in discussione le nostre opinioni e quello che gli adulti non possono percepire. È anche l’occasione per assumerci le nostre responsabilità, dimostrare ai grandi che anche loro possono imparare da noi». Consapevoli di essere una generazione di nativi digitali, ammettono che la loro attenzione a una notizia dura il tempo di una storia o di un reel, non più di 15 secondi.
«L’idea è quella di cercare di allargare la platea dei ragazzi quanto più è possibile. Ne abbiamo incontrati migliaia in questi due anni e l’esperienza è significativa. Tanti di loro partecipano attivamente, vengono nell’Aula del Consiglio, ci danno degli spunti importanti, dai trasporti alla sanità. Hanno già scritto una proposta di legge: una card per tutti i ragazzi della Campania perché possano accedere gratuitamente agli spettacoli, l’opera, ma chiedono anche formazione in campo artistico culturale. La legge è pronta per essere discussa e approvata, mi auguro il prima possibile», ha concluso Volpe non prima di aver salutato tutti con il rituale di Lex start, il selfie con tutti i ragazzi.