Secondo De Luca, la crisi sanitaria è particolarmente evidente nei pronto soccorsi, dove la situazione sta diventando insostenibile. “I medici di pronto soccorso rischiano il burnout”, ha detto, richiamando la necessità di rivedere drasticamente le retribuzioni per rendere la professione più attrattiva. Il presidente ha lamentato che, a differenza di altri specialisti, i medici di pronto soccorso non possono avvalersi di studi privati, trovandosi invece a dover affrontare turni pesanti, stipendi non adeguati e aggressioni personali. Senza un miglioramento delle condizioni, avverte De Luca, sarà difficile garantire anche solo i turni di lavoro necessari nei pronto soccorsi.
Per De Luca, l’attuale governo sta ignorando le necessità prioritarie dei cittadini, in particolare per quanto riguarda la sanità. Avrebbe destinato interamente alla sanità i 4 miliardi di euro stanziati per la riduzione delle imposte: “È una priorità che avrebbe permesso di risolvere problemi drammatici per tutti i cittadini”. Secondo il presidente, queste risorse potrebbero essere reperite attraverso una seria lotta all’evasione fiscale e l’adozione di riforme, come l’accorpamento delle aliquote fiscali. Critica anche i benefici minimi previsti per le partite IVA, giudicati insufficienti rispetto ai reali bisogni della categoria.