Ieri sera, nell’aula consiliare del Comune di Vietri sul Mare, si è tenuto un incontro commemorativo per ricordare la funesta alluvione che provocò nel salernitano 316 morti, di cui solo 100 a Vietri sul Mare.
Ad aprire la mente ai ricordi è stata la proiezione di un estratto del documentario-inchiesta “Argini contro la paura”, realizzato per la Rai nel 1957 dal regista Ugo Gregoretti, con le immagini della Vietri sventrata ed offesa dalla furia delle acque e la dignità e la forza dei vietresi nel rialzarsi da quella catastrofe che ha segnato per sempre la propria vita.
A seguire è stata la volta di un altro docu-video dal titolo “E fu fango e mare”, una produzione del Comune di Vietri sul Mare, realizzata per l’occasione dall’ufficio stampa e comunicazione, per la regia di Massimo Pinto (visionabile al link: https://youtu.be/iahJCCqT8as?
Al termine della proiezione è stata la volta degli interventi del sindaco di Vietri sul Mare Giovanni De Simone, dell’assessore dalla cultura Daniele Benincasa, dell’assessore all’ambiente Salvatore Pellegrino e del prof. Aniello Tesauro, storico vietrese e profondo conoscitore dei fatti dell’alluvione.
«Una tragedia che settanta anni fa ha trasformato completamente la città di Vietri sul Mare ma ha trasformato anche la coscienza di tanti cittadini facendo scomparire l’intera famiglia. – ha dichiarato il sindaco di Vietri sul Mare Giovanni De Simone – Come amministrazione comunale per il settantesimo anniversario dell’alluvione abbiamo realizzato un video e, devo dire, davvero molto commovente con quelli che sono ormai i superstiti, con i ricordi di persone che hanno perso fratelli, figli o anche genitori.
È stata l’occasione per ridare vita alla memoria, è importante ricordare per tenere sempre viva l’attenzione e fare in modo che non accada più. I rischi ideologici sono sempre in costante monitoraggio, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo con i cambiamenti climatici. Vietri è un esempio di come gli eventi ideologici possono modificare anche il tessuto economico. Settanta anni fa il nostro territorio, a causa dell’alluvione, ha subito anche una completa trasformazione economica.
A Molina c’erano gli opifici dell’industria tessile e del ferro: questi furono spazzati via. Nella frazione Marina, siccome c’era il fondale molto alto, in quell’area c’era la cantieristica che in una sola notte fu totalmente distrutta. Quando c’è stata la ricostruzione, quelle attività non sono più tornate e oggi viviamo di turismo».
L’alluvione che tra il 25 ed il 26 ottobre del 1954 colpì il salernitano ma soprattutto la città di Salerno, Vietri sul Mare, Cava de’ Tirreni, Maiori, Minori e Tramonti provocò 316 morti, di cui 100 solo a Vietri, ma anche tanta devastazione: 10.064 senza tetto, 320 edifici distrutti e 272 danneggiati, per un valore complessivo di 45 miliardi di lire dell’epoca.
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