Così, l’appuntamento, dopo il primo rinvio a causa della chiamata della segretaria nazionale Elly Schlein, era fissato per ieri pomeriggio alle 15.
E proprio nel pieno rispetto della democrazia – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – De Luca a poche ore dalla votazione ha chiamato a raccolta i suoi minacciando di dimettersi se non avessero votato sì.
E chiaramente i dem non hanno potuto fare diversamente, tutto pur di non perdere un prezioso anno di stipendio: il loro obiettivo è dimostrare di saper tenere separate le questioni del terzo mandato e quella dell’indicazione del candidato alle Regione Campania del 2025.
Ed è ciò che hanno detto i consiglieri di maggioranza nel corso della seduta della Prima Commissione della Regione (Affari istituzionali, Amministrazione Civile, Rapporti internazionali, Autonomie e piccoli comuni, Affari Generali, Sicurezza delle città, Risorse umane, Ordinamento della Regione), chiamata a votare gli emendamenti alla proposta di legge regionale presentata da Giuseppe Sommese, consigliere di Azione e presidente della commissione, prevede il recepimento della norma nazionale che dispone la non rieleggibilità alla carica di presidente di Regione per chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi. I
l computo dei mandati, però, decorre da quello in corso all’entrata in vigore della legge regionale, cioè 15 giorni dopo la sua eventuale pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Campania. In caso di approvazione della proposta di legge da parte del Consiglio regionale, che si riunirà martedì 5 novembre, il computo dei mandati di De Luca da presidente della Regione Campania partirebbe quindi da quello attualmente in corso, iniziato con l’elezione del 2020, e non da quello iniziato con la sua prima elezione nel 2015. In tal modo De Luca potrebbe nuovamente candidarsi alla presidenza della Regione Campania alle elezioni regionali del 2025.
La proposta di legge è stata approvata dalla Commissione con il voto favorevole di tutti i componenti della maggioranza di centrosinistra e il voto contrario di centrodestra e Movimento 5 Stelle. La proposta emersa rappresentae una sorta di compromesso per evitare di indicare subito il nome di De Luca che verrà formalizzato successivamente.
Resta però da vedere cosa succederà nel partito. La segretaria nazionale del Pd, per bocca della segretaria Elly Schlein, ha dato indicazioni chiare nei giorni scorsi ai consiglieri regionali del proprio partito – sono otto più il presidente De Luca – di votare contro la proposta. Secondo quanto reso noto successivamente, il comunicato diramato al termine della riunione della coalizione che sostiene la giunta guidata dal governatore Vincenzo De Luca è stato sottoscritto da tutte le forze di maggioranza e non soltanto dal Partito Democratico.
In tale contesto, come spiegano le forze di maggioranza all’interno del consiglio regionale della Campania hanno “deciso di sottolineare che il previsto voto del 5 novembre rappresenta un atto tecnico, di doverosa attuazione della legge nazionale 165/2004 in materia d’ineleggibilità, come peraltro già fatto da altre Regioni” e che “va distinto da tale adempimento formale di natura istituzionale il diverso aspetto politico , riguardante la scelta del futuro candidato presidente della coalizione“.
“Tale decisione – spiegano ancora dalla maggioranza – cui i firmatari del presente documento si impegnano lealmente a concorrere, avverrà al momento opportuno e sarà la conseguenza del confronto che si svilupperà in seno alla coalizione anche in aperto rapporto con gli organismi nazionali.
Con questa impostazione, il presidente De Luca e le forze della coalizione, in condivisione con i livelli politici locali, sono impegnate a sostenere analoghi schieramenti impegnati in altre competizioni elettorali, in Campania ed a livello nazionale“.
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