In un un mese sono già circa 50 mila la dosi di antiinfluenzale somministrate in oltre 1000 delle delle 1700 farmacie della Campania. L’accesso è diretto e anche senza prenotazione mentre quelle antiCovid richiedono invece un appuntamento e procedono molto a rilento.
“La farmacia è il luogo ideale per la prevenzione ed è sempre più un centro di formazione e informazione insostituibile per i cittadini” ha spiegato Vincenzo Santagada, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Napoli e provincia. La nostra realtà negli ultimi anni si è molto evoluta. La pandemia ha dimostrato l’utilità della farmacia con hub vaccinale ampliando i contorni che da alcuni anni hanno assunto le farmacie dei servizi. Bisogna sgombrare il campo – ha poi aggiunto l’assessore alla Salute del Comune di Napoli – dalle contrapposizioni professionali con i biologi e i medici di famiglia. Le farmacie sono presidi di prossimità. Dobbiamo fare rete per ridurre le ospedalizzazioni, puntare sulla prevenzione, affrontare le difficoltà dei pazienti cronici e anziani nelle nuove politiche della salute per la sostenibilità del sistema”.
“Il ruolo della farmacia come hub e spoke per la somministrazione di vaccini, nell’ambito del piano nazionale vaccinale, non è in discussione – ha aggiunto Anna Maria Minicucci, ex manager dell’azienda ospedaliera Santobono e oggi dirigente dell’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità che ha moderato la tavola rotonda e accompagnato il tour tra le Regioni promosso su questo tema da Motore Sanità con il contributo non condizionante di Pfizer – e dovrebbero essere valorizzate per il ruolo che svolgono anche come presidio territoriale e di comunità”.
I servizi oggi offerti in farmacia in Campania sono in effetti molteplici: oltre il 90% si presta al monitoraggio dei parametri clinici, almeno il 75% fa test ed esami diagnostici e tra il 60 e 70% ha attivato il servizio Cup e la consegna dei farmaci a domicilio a cui si sono affiancati la telemedicina e la consulenza di infermieri, psicologi, fisioterapisti e altre figure professionali. Le farmacie dunque si configurano sempre più come primo vero canale di accesso al servizio sanitario nazionale. Valorizzazione che passa anche per la funzione vaccinale che, dopo la massiccia adesione raggiunta durante il Covid anche per l’influenza, ha perso terreno soprattutto nelle regioni del Sud. “Possiamo contare su una rete di 830 farmacie nell’area metropolitana di Napoli, 1.700 in Campania – ha aggiunto Santagada -. Dopo 12 anni stanno per aprirsi circa 200 nuove farmacie. Numeri che danno valore alla nuova visione e ruolo che siamo chiamati a svolgere. Durante il Covid in provincia di Napoli abbiamo somministrato più di 1,5 milioni di vaccini, la provincia che ha vaccinato di più in Italia, un ruolo centrale per l’emergenza”.
Nel Piano nazionale prevenzione vaccinale ci sono precisi obiettivi tra cui la riduzione o eliminazione del carico di malattie infettive prevenibili da vaccini. Italo Angelillo, ordinario di Igiene dell’Università Vanvitelli intervenuto al tavolo con Federfarma avverte: “Con il Covid abbiamo compreso la necessità di ampliare le strutture per la copertura vaccinale. La rete delle farmacie è uno dei tanti atti positivi, un punto di riferimento importante. La Regione su questo fronte ha fatto molto”.
Ivan Gentile, ordinario di Malattie Infettive alla Federico II ha ricordato il ruolo degli ambulatori ospedalieri, la necessità di una ceck list dei pazienti da privilegiare e ha ricordato il valore etico della vaccinazione anche ai fini della sostenibilità. “Gli ospedali e i medici non sono più sufficienti per raggiungere la popolazione da proteggere”.
Mobilitate anche le società scientifiche: Roberto Parrella, direttore Malattie infettive respiratorie al Cotugno e presidente nazionale della Società italiana di Malattie infettive e tropicali ha ricordato che le “coperture vaccinali non sono sufficienti. Abbiamo un problema di scetticismo e stanchezza verso i vaccini della popolazione. Il frutto di un errore di comunicazione durante la pandemia quando si è detto che il vaccino sterilizzava, mentre è fondamentale capire che si tratta di uno strumento per garantire che il contatto col virus e una eventuale malattia saranno meno dannose. Le farmacie possono essere un aiuto per favorire le strategie vaccinali e semplificare i percorsi ma anche fare cultura”.
È poi toccato a Vincenzo Giordano, dirigente regionale del settore Igiene e Prevenzione: puntare i fari sul cambiamento, negli ultimi tre anni del ruolo del farmacista. Percorso che il Covid ha accelerato. “Otto italiani su 10 hanno fiducia nei farmacisti, una struttura attiva sui bisogni di salute della popolazione – ha poi aggiunto -, oltre ai vaccini in farmacia sono stati fatti test e tamponi. Oggi la farmacia è un luogo di riferimento nei piccoli centri rurali come in città”.
Basta del resto ricordare i dati Ipsos: il 96% degli italiani ha una farmacia di riferimento grazie alla vicinanza, alla conoscenza diretta e alla riconosciuta competenza. “Anche se occorre normare spazi e iter autorizzativi per eseguire le funzioni vaccinali e le altre di supporto alla rete dei servizi sanitari territoriali se si vuole superare la soglia attuale di 40 vaccinazioni al giorno per ogni farmacia. Medici di medicina generale e farmacie poi devono fare rete con i distretti e i presidi delle Asl”.
“Noi possiamo vaccinare per l’antinfluenzale da 60 anni in poi – ha aggiunto Flovilla – ma se aumentasse la platea potremmo essere più utili. A Napoli e Salerno si concentrano le farmacie che vaccinano di più. Nel 2023 nonostante i, ritardo nella distribuzione sono state somministrate quasi 400 mila dosi”.
Più farmacie che vaccinano, più vaccini in farmacia dunque. A ricordarlo Francesco Cristofano, Presidente di Federfarma Salerno: “Circa un terzo delle vaccinazioni antinfluenzali sono state effettuate in farmacia nel 203. Quest’anno faremo anche meglio. Bisognerebbe allargare la platea a cui la profilassi è assicurata gratuitamente, dagli ultra 60 enni agli insegnanti, forze di polizie e personale sanitario. La Regione Campania lo ha consentito per il personale delle farmacie con lotti separati”.
Così Riccardo Maria Iorio, Presidente Federfarma Napoli. “Sul fronte vaccini, le farmacie quest’anno sono partite lo stesso giorno dei medici di famiglia. La farmacia deve parlare con i cittadini. Sono circa 10 mila le dosi somministrate a Napoli da inizio ottobre”.
A porre l’accento sul ruolo fulcro della farmacia di comunità come hub vaccinale di prossimità anche Mariano Fusco, Dirigente del dipartimento Farmaceutico della Asl Napoli 2 nord, anche se è necessario garantire spazi idonei. “Come Asl – ha sottolineato – i vaccini in farmacia non li abbiamo fatti mai mancare”.
Al confronto sono poi intervenuti Ferdinando Maria De Francesco, delegato regionale FOFI (Federazione Ordine dei farmacisti italiani), Tommaso Cusano, presidente di Federfarma Benevento (lo scorso anno la provincia sannita fu esclusa dalla possibilità di effettuare i vaccini ma quest’anno è partita come le altre), Lorenzo Latella, segretario regionale di Cittadinanzattiva, Vincenzo Buonocore, presidente Ordine dei Farmacisti di Caserta, Arcangelo Saggese Tozzi, responsabile del dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Salerno e Nicola Stabile, presidente Promofarma. “Nonostante il clima mite di questo autunno climaticamente così singolare ho già somministrato circa 80 dosi” ha ricordato. “Efficienza, efficacia e capillarità sono le nostre carte vincenti senza invadere campi professionali altrui” ha poi aggiunto Ernesto Panaro, presidente di Federfarma Caserta. A chiudere i lavori Francesca Futura Bernardi, dirigente del settore Farmaci della Regione Campania.