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Caos Fondovalle e debiti a Capaccio, Tommasetti: “Quanto si può aspettare ancora Alfieri?”

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La Provincia di Salerno e Capaccio Paestum non possono continuare a restare senza guida”. Lo afferma Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega, soffermandosi in particolare sugli ultimi sviluppi riguardanti la Fondovalle Calore. “Il Tar ha accolto il ricorso del Consorzio Fenix e bloccato l’appalto per il progetto da 50 milioni di euro – sottolinea Tommasetti – Si parla di mancati controlli e incongruenze fiscali. Ma a prescindere dalle motivazioni dei giudici, l’amara realtà è la battuta d’arresto di un’opera fondamentale, i cui lavori sono stati avviati quasi quarant’anni fa. Un ennesimo smacco a un vasto territorio (Cilento, Alburni, Calore) che continua a scontare problemi infrastrutturali, ritardi e pasticci istituzionali. Come se non bastasse, in Provincia è ancora tutto fermo in attesa di sviluppi sull’inchiesta che ha portato all’arresto del presidente Franco Alfieri”.

E a proposito della vicenda giudiziaria, il consigliere regionale non dimentica il Comune di Capaccio Paestum, guidato proprio dal sindaco Alfieri: “L’Ente si trova sull’orlo del dissesto finanziario con un difficoltoso piano di riequilibrio finanziario per il rientro dal disavanzo di 41 milioni in 15 anni, che deve essere trasmesso per l’approvazione alla Corte dei Conti e al Ministero dell’Interno. Chi gestirà gli effetti dell’adesione al piano, a partire dall’ulteriore tassazione per i cittadini? Uno scenario a dir poco nebuloso e anche qui lascia interdetti l’immobilismo su temi importanti come la prossima stagione estiva, il sostegno alle imprese agricole e al settore zootecnico”.

Tommasetti ritiene necessario uno scossone: “Non vogliamo essere giustizialisti ma non si può andare avanti così. Le istituzioni hanno bisogno di tornare a essere governate con capacità e responsabilità, senza un clima di paura e di sospetti, prima che il macigno della cattiva gestione si abbatta sui cittadini e anche su chi, in buona fede, li rappresenta, come avvenuto con la nota della Corte dei Conti sugli squilibri finanziari datata febbraio ma diffusa solo dopo le elezioni”.

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