“La violenza sulle donne non è un fatto privato, ma una ferita sociale che ci riguarda tutti. È fondamentale educare al rispetto e creare una rete di sostegno che incoraggi le vittime a chiedere aiuto. I dati dell’Osservatorio Nazionale di “Non una di meno” sui femminicidi, lesbicidi e transcidi ci dicono che, dall’inizio dell’anno, sono 104 le vittime nel solo 2024: la più giovane aveva appena 13 anni. Oggi abbiamo ascoltato storie difficili, ma anche testimonianze di rinascita: un segno che, solo insieme, possiamo fare la differenza, creando una rete di supporto e aiuto”. A dirlo è la Sindaca di Baronissi Anna Petta.
“Oggi è stata una giornata importantissima per sensibilizzare i ragazzi alla cultura del rispetto, della nonviolenza e della gentilezza. Purtroppo, i dati sulla violenza di genere contro le donne continuano a crescere, rendendo sempre più urgente responsabilizzare i giovani. Questo processo deve iniziare dalle famiglie. La violenza di genere rappresenta uno dei principali problemi sociali in Italia. Come assessorato alle politiche sociali, il nostro contributo è quello di promuovere percorsi e iniziative che supportino concretamente chi è vittima di violenza. Ci auguriamo che occasioni come questa siano solo l’inizio di un impegno collettivo e duraturo per il cambiamento”, sottolinea l’assessora alle politiche sociali Maria Chiara Barrella.
Il convegno si è sviluppato lungo due linee strategiche: in primis un focus sullo scenario della violenza sulle donne e sul femminicidio, mentre nella seconda session si è aperto all’esperienza dell’accoglienza e dei servizi del SAI Baronissi – Medihospes per donne migranti, spesso vittime di soprusi, molestie e sfruttamento. Donne ancora oggi rese schiave e sotto ricatto.
Tra i relatori esperti psicologi, che si sono confrontati con la platea di giovani, aiutandoli a riconoscere le forme di violenza, spesso subdole e a costruire un’identità libera e indipendente. Maria Chiara Barrella, Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Baronissi, ha sottolineato l’importanza di educare i giovani al rispetto reciproco come strumento per prevenire la violenza; Carmine De Blasio, Direttore del Consorzio Sociale Ambito S6, ha illustrato le attività del Centro Antiviolenza Malala e le strategie di supporto per le vittime; Laura Elisabet Rutti, rappresentante del soggetto gestore della Cooperativa Socrate, che ha raccontato le sfide quotidiane nel sostegno a donne vittime di violenza; la Dott.ssa Ilaria Capuano, assistente sociale del Centro Antiviolenza Malala, e la Dott.ssa Antonia Califano, psicologa dello stesso centro, che hanno condiviso l’esperienza del centro antiviolenza; il Direttore campano Medihospes Donato Lopez e la Dott.ssa Annabella Coppola Negri, direttrice del SAI Baronissi, hano portato la voce delle giovani migranti accolte; Alessandra Galato responsabile del progetto “Fuori Tratta” dell’Arci Salerno si è soffermata sul traffico di essere umani; il Dott. Alberto Colella, Comandante dei Carabinieri di Baronissi, ha ribadito l’importanza della prevenzione e della denuncia, annunciando il lancio di incontri formativi sul cyberbullismo nelle scuole di Baronissi a partire da gennaio 2025.
Il convegno ha affrontato i molteplici volti della violenza di genere, dalla violenza psicologica e fisica a quella digitale e alla tratta di esseri umani. I relatori hanno portato esperienze sul campo, evidenziando l’importanza del ruolo delle istituzioni, dei centri antiviolenza e delle forze dell’ordine nel supporto e nella protezione delle vittime. Il Comandante dei Carabinieri di Baronissi ha rivolto un messaggio diretto ai giovani, ricordando che la prevenzione passa anche attraverso l’ascolto e la consapevolezza dei segnali di abuso.
Grande commozione ha suscitato il racconto della giovane Laurence, del Camerun, accolta presso il SAI. Una storia di chi affronta il mare scuro e il silenzio assoluto, su un barcone, alla ricerca di un futuro migliore, dopo aver attraversato tutta l’Africa, dopo un’infanzia e un’adolescenza tra soprusi e maltrattamenti, in cui vige solo la legge della sopravvivenza: “Se cadi e non ti rialzi, non ce la farai”.
Particolare emozione ha suscitato il monologo “Vita da Donna”, presentato dall’associazione Felicita e interpretato da Giovanna Avallone e Chan Neasa che hanno dato voce a testimonianze di amore tossico, dolore e rinascita.
A impreziosire l’evento, due mostre fotografiche inaugurate presso il Comune e visitabili fino al 29 novembre. La prima, “Ferità”, curata da Valentina Gaudiosi e promossa da Arci Salerno, racconta in bianco e nero il dolore e la forza delle donne vittime di violenza. La seconda, realizzata da SAI Baronissi e LAB147, propone scatti toccanti che narrano le sfide e i sogni di chi, provenendo da contesti di migrazione e vulnerabilità, cerca un futuro di riscatto e integrazione.
La scuola ha avuto un ruolo centrale nella giornata, partecipando attivamente con riflessioni e un video dal messaggio potente: “L’amore non ferisce.” I giovani sono stati incoraggiati a riconoscere i segnali di controllo ossessivo social e gli abusi nelle relazioni, spesso invisibili o sottovalutati.
“Da gennaio 2025, i Carabinieri di Baronissi terranno incontri nelle scuole per sensibilizzare sui temi del cyberbullismo e della violenza digitale. Desideriamo aiutare i nostri ragazzi nel processo di costruzione della propria personalità, instaurando legami sani – insistono il Sindaco Anna Petta e l’assessore Barrella – Le mostre fotografiche resteranno aperte al pubblico fino al 29 novembre presso il Comune di Baronissi, continuando a tenere alta l’attenzione su un tema che non può e non deve essere dimenticato. Solo unendo le forze possiamo spezzare il silenzio, abbattere i pregiudizi e le barriere culturali, ma soprattutto costruire una società in cui ogni donna possa sentirsi protetta e libera” – concludono -.