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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: Baronissi ricorda le vittime del Mediterraneo

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La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne è un momento cruciale per riflettere, ricordare e agire contro una piaga che ancora oggi affligge milioni di donne in tutto il mondo. Quest’anno, la comunità di Baronissi ha scelto di rendere omaggio a due giovani donne nigeriane, giunte senza vita al porto di Salerno il 5 novembre 2017, a bordo della nave militare spagnola Cantabria.

Insieme ad altre 24 vittime, furono trovate morte durante una delle tante tragiche traversate del Mediterraneo, simbolo di violenza, sfruttamento e del fallimento collettivo nel garantire dignità e protezione ai più vulnerabili. Oggi, queste due giovani riposano nel cimitero di Baronissi, accolte con solidarietà dalla nostra comunità. Per commemorare il loro sacrificio e sensibilizzare la cittadinanza, questa mattina la Sindaca di Baronissi, Anna Petta, ha deposto una corona di fiori sulle loro tombe: un gesto semplice ma carico di significato. Insieme a lei anche l’Assessore alle Politiche Sociali, Maria Chiara Barrella, e la consigliera con delega ai giovani Ester Sapere.

Volti senza identità, senza nome, in fuga attraverso il mare, per la libertà. Un momento di raccoglimento e di preghiera molto intenso, per due donne che sono il simbolo universale. La commozione prevale, perché non si può restare indifferenti o inermi. Le ricordiamo oggi – ha dichiarato la Sindaca Anna Petta – rappresentano tutte le vittime di violenza di genere, tutte le donne che hanno cercato un futuro migliore, e che invece hanno incontrato la morte, sfruttate e dimenticate. Noi non dimentichiamo. Attraverso questo gesto simbolico, vogliamo ribadire che il nostro impegno contro la violenza e lo sfruttamento deve essere quotidiano e fermo. La violenza contro le donne non è solo fisica, ma anche psicologica, economica, verbale ed emotiva. È una cultura di brutalità e sopraffazione che dobbiamo combattere insieme, donne e uomini, a partire dall’educazione e dal rispetto dei sentimenti.”

La sindaca ha poi richiamato l’attenzione sui numeri più recenti, secondo i dati del servizio anti-violenza e antistalking 1522: “Nell’ultimo anno le denunce sono aumentate del 57%. È un dato positivo perché significa che più donne trovano il coraggio di parlare e denunciare. Tuttavia, è anche un segnale preoccupante: la violenza di genere resta un problema diffuso e ancora lontano da una soluzione. A livello globale, una donna su tre è vittima di violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita”.

Per sensibilizzare ulteriormente l’importanza di questa lotta, il Comune di Baronissi ha scelto di illuminare di rosso il monumento di Saturno, simbolo della città. “Questo gesto vuole rompere il silenzio e accendere i riflettori su un fenomeno che deve essere affrontato con azioni concrete e collettive. L’illuminazione di rosso di Saturno è un modo per ribadire che la nostra comunità si schiera con forza contro la violenza sulle donne e a sostegno delle vittime, rendendo visibile la necessità di un cambiamento”, prosegue il Sindaco Petta.

“Il ricordo delle due giovani nigeriane ci interroga profondamente: chi erano, quali sogni avevano, cosa cercavano fuggendo dal loro Paese? La loro storia ci obbliga a riflettere non solo sul dramma della violenza di genere, ma anche sul più ampio contesto di ingiustizia sociale, migrazioni forzate e disuguaglianze”, insiste il Sindaco, ricordando il valore del dell’accoglienza, testimoniato anche dal SAI Medihospes presente sul territorio di Baronissi, che favorisce la dignità, l’assistenza, l’inserimento e l’inclusione sociale dei migranti in fuga da guerra, povertà e persecuzione.

“L’amore non ferisce, non lascia lividi, non impone sottomissioni. L’amore è libertà, indipendenza e rispetto – ha aggiunto la Sindaca. – Oggi ricordiamo non solo il dolore delle vittime, ma anche la necessità di agire insieme, come comunità, per costruire una società più giusta. Invitiamo chiunque si trovi in situazioni di abuso o pericolo a contattare il 1522 o le forze dell’ordine: denunciare è il primo passo per fermare la violenza.”

E conclude: “Baronissi non dimentica. Ricordare è un atto di civiltà e il primo passo per il cambiamento. Oggi, attraverso il ricordo delle due giovani donne nigeriane, ribadiamo il nostro impegno a contrastare ogni forma di violenza. Questa battaglia richiede unità, educazione e coraggio. Insieme possiamo spezzare il ciclo della violenza”.

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