I detriti, provenienti dai bacini montani, avevano ostruito le due fondamentali opere di mitigazione del rischio idrogeologico, compromettendone la funzione per la quale sono state realizzate: contenere il materiale che da monte si riversa verso valle a causa di abbondanti piogge, in un’area già considerata a rischio elevato di frane e inondazioni.
Una situazione di pericolo prontamente segnalata e documentata da una perizia tecnica trasmessa al Genio Civile di Salerno, che si è attivato per consentire al Comune di Atrani di diventare soggetto attuatore degli interventi a valle, a tutela dell’incolumità dei cittadini.
“Abbiamo vissuto momenti di grande apprensione lo scorso 17 settembre” dichiara il Sindaco Michele Siravo “superati grazie all’attivazione del Coc ed alla preziosa sinergia con gli organi sovracomunali. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a pianificare i lavori, dai tecnici comunali ai rappresentanti delle Istituzioni coinvolte, alla cittadinanza per la fattiva e paziente collaborazione durante l’emergenza.
Con l’avvio degli interventi sulle vasche borboniche e sulle briglie ci impegniamo a garantire la funzionalità di strutture fondamentali per il controllo del deflusso delle acque a valle. Un impegno che continuerà attraverso il costante monitoraggio del territorio e la programmazione di ulteriori azioni di prevenzione, speriamo condiviso con gli altri Comuni in cui ricade l’alveo del torrente.
Per quanto riguarda il progetto di miglioramento complessivo del sistema di deflusso delle acque del Dragone, invece, aspettiamo dalla Regione Campania gli ultimi pareri (Valutazione di Incidenza Ambientale e Valutazione di Impatto Ambientale) per procedere alla realizzazione di una serie di importanti interventi previsti dall’Accordo di Programma del 2012 (finanziato dal Ministero dell’Ambiente con 900.000 euro) sia sulle vasche che alla foce del torrente.
In attesa” conclude il Sindaco “che la regione Campania risponda alle nostre sollecitazioni circa le due indispensabili progettualità previste nel post alluvione del 2010: la realizzazione di aree sicure per il parcheggio e dello scolmatore di piena, opere considerate indifferibili ed urgenti già 14 anni fa. Finora l’unica risposta è stato un silenzio pericoloso almeno quanto i rischi relativi al dissesto idrogeologico con cui siamo costretti a convivere.”