Quando la nave affonda, suona l’orchestra (di Giuseppe Fauceglia)

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Che i Comuni si trovino in uno stato di difficoltà finanziaria mi sembra una costante di questi ultimi anni, e che il Comune di Salerno versi ormai in una crisi economica e finanziaria pressoché irrimediabile, è una verità altrettanto innegabile. Eppure la precedente assessora al bilancio, la prof.ssa Paola Adinolfi, sostituita per inspiegabili ragioni dalla “fedele” Eva Avossa, aveva già approfondito le questioni connesse al patto “Salva Comuni”, pervenendo a conclusioni e proposte, neppure comprese da chi è stata chiamata a sostituirla.

E’ nota a tutti la differenza abissale tra le competenze cognitive di una professoressa universitaria ordinaria di Scienze economiche e statistiche e la nuova assessora, che non ha ritenuto, neppure in Consiglio comunale, di relazionare o far sentire la propria opinione (posto che ne abbia una) sul disastro finanziario dell’ente.

Di qualche giorno è la notizia che la Giunta comunale ha esposto la necessità di attingere al Fondo di riserva iscritto nella Missione 20 (“Fondi ed accantonamenti”, bilancio di previsione 2024-2025) al fine di adeguare gli stanziamenti di bilancio per le utenze idriche relative alle incombenze al 31.12.2024, prelevando l’importo di 265.215,79 euro.

Per spese ordinarie dell’ente si attinge pericolosamente al Fondo di riserva, ciò manifestando l’insussistenza di ordinarie provviste finanziarie. Il Sindaco e i componenti della Giunta, accompagnati dal silenzio dei consiglieri di maggioranza (che differenza con quelle “figure” che negli scorsi anni ’70 e ’80 occupavano gli scranni di Palazzo Guerra), hanno, in quest’ultimo periodo, sempre negato le difficoltà del Comune, soprattutto con riferimento al rispetto degli impegni vincolanti assunti nel “Patto Salva Comuni”, tanto che il Ministero competente avrebbe ritenuto di inviare gli ispettori, la cui relazione ad oggi non è stata resa nota.

Eppure si tratta di criticità manifestate, con dati tecnici inoppugnabili, soprattutto dal consigliere di opposizione Roberto Celano, poi seguito da Claudia Pecoraro e Catello Lambiase. Non si tratta solo di rendere note, come fa in consiglio comunale Elisabetta Barone, gli sprechi e le spese eccessive, ma di ridisegnare nel complesso il regime delle entrate e di procedere nella razionalizzazione delle spese.

La tragicomica si è tradotta nella vendita, sulla quale pure è possibile appuntare qualche dubbio di legittimità, di aree comunali destinate originariamente a verde e spazi pubblici, per la costruzione di un nuovo albergo, mentre quello in loco già esistente, il Grande Hotel Salerno, potrebbe conoscere un futuro ed un destino assai incerto, magari già delineato nel tempo.

Eppure sul Titanic che affonda si festeggia con le “Luci di Artista” e con il concertone di fine anno, che costa oltre 500.000,00 euro, giustificando le spese con il solito finanziamento di “papà” Regione, magari con fondi sottratti agli investimenti nella cultura e nella educazione, come previsto dalle risorse del PNRR trasferiti dallo Stato.

Siamo alla farsa, nella totale assenza di reazione da parte dell’addormentata opinione pubblica che non si avvede del baratro in cui la città sta precipitando, in attesa di un intervento messianico e salvifico del solito noto, che sarà peggiore del male.

Bisognerebbe, invece, chiedersi da dove nasce il buco finanziario, ed allora potrebbero scoprirsi le spese pazze e disordinate, gli onorari elevatissimi elargiti ad alcuni professionisti, gli oneri degli appalti di servizio, le disfunzioni della galassia delle società partecipate, concepite sempre più come vero e proprio serbatoio elettorale (perché ad esempio, non vi è alcuna riflessione sugli introiti retrocessi al Comune a fronte della gestione delle aree di parcheggio affidate a “Salerno Mobilità” ?). Interrogativi importanti, rimasti in questi anni senza alcuna risposta. Suona l’orchestra, con le note dei vecchi e nuovi tromboni, ma la nave affonda.

Giuseppe Fauceglia    

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