Il pasticcio siriano (di Cosimo Risi)

Stampa
Ricapitoliamo gli eventi principali come nel preambolo di una serie televisiva, solo che qui la fiction è fatta di lacrime e sangue, per dirla alla maniera di Sir Winston Churchill.

Auspici gli Stati Uniti, da quando Donald Trump è stato eletto ed in attesa del suo insediamento alla Casa Bianca, la diplomazia americana conosce nuovo slancio in Medio Oriente, Israele accetta la tregua in Libano. Il negoziato è condotto con il Presidente sciita del Parlamento libanese per conto di Hezbollah, cui Israele non riconosce lo status di controparte in quanto organizzazione terroristica.

La tregua prevede grosso modo le clausole, sempre disattese, della Risoluzione ONU 1701/2006, che vuole Hezbollah al nord del Fiume Litani in cambio del ritiro delle IDF (Israeli Defense Forces) dal Libano meridionale e dalla cessazione dei bombardamenti su Beirut.

Come qualsiasi tregua che si rispetti, prima che si dichiari, è preceduta da una escalation di attacchi e contrattacchi e subito dopo è seguita da opposte recriminazioni per averla violata. Alcuni miliziani provano a tornare verso sud, Israele li falcia lungo il tragitto e si riserva azioni massicce se le infiltrazioni continuassero. Nel frattempo, congeda i riservisti per tenere attive solo le forze ordinarie.

A Gaza, le IDF continuano le azioni mirate al sud per disarticolare le ultime resistenze di Hamas. Persiste il dibattito fra il potere militare e il potere civile sul futuro della Striscia. Su chi la amministrerà dopo che le operazioni militari saranno cessate ferve la trattativa in Egitto. Cairo è tornato attivo nella mediazione dopo una fase di stanca. Per l’Egitto ciò che conta è che i Gazani non guardino al varco di Rafah come la sola via di fuga.

Ora che la situazione sembra stabilizzarsi sui due principali fronti, ecco la sorpresa di una nuova crisi. Questa investe la Siria.

Aleppo, la seconda città del paese, è conquistata dalle milizie di una sigla di cui le cronache avevano perso traccia. Hayat Tahir al-Sham (Organizzazione per la Liberazione del Levante) è un gruppo politico-militare di ispirazione sunnita-salafita, dapprima affiliato alla conglomerata Al-Qaeda e poi distinta dalla storica sigla per avvicinarsi alla Turchia.

Mentre il mondo si cimentava con Gaza e Libano, mentre il Presidente Bashar al-Assad consolidava il potere a Damasco grazie alla combinazione di Iran e Russia, il gruppo ha riorganizzato le fila e ripreso la battaglia contro il regime. Aleppo è caduta rapidamente e senza una reazione da parte dell’esercito regolare siriano. Uno scenario simile a quello che vide i Talebani entrare a Kabul, mentre l’esercito afghano si squagliava.

Da Aleppo i miliziani possono proseguire verso le regioni vicine fino a raggiungere Damasco e tentare la spallata al regime. Il regime, infatti, si salvò nel 2018 grazie all’apporto di Iran e Russia ed alla presenza sul campo di elementi di Hezbollah.

L’Iran è impegnata a studiare le mosse di Donald Trump, la cui contrarietà all’accordo sul nucleare sono note dal suo precedente mandato. La Russia ha il suo da fare a gestire la campagna di Ucraina, per guadagnare posizioni sul terreno in attesa che Donald faccia la mossa decisiva. Hezbollah è stato decapitato dalle incursioni di Israele.

Assad ripara a Mosca. In cerca solo di aiuto o per restarci in attesa di tempi migliori? Circolano le voci che ambienti interni al regime lavorerebbero ad un colpo di stato.

A guadagnare nel marasma è Israele. La Siria destabilizzata, meglio ancora se dissociata dall’Iran, è la garanzia che si può interrompere il traffico di armi che dall’Iran arriva in Libano via Siria. Non è probabilmente solo un caso che le IDF bombardino ripetutamente le istallazioni iraniane in Siria e che una vittima eccellente di Tahir al-Sham sia un alto ufficiale iraniano di stanza a Damasco come consigliere militare.

di Cosimo Risi

Commenta

Clicca qui per commentare

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente. I commenti di questo blog non sono moderati nella fase di inserimento, ma Salernonotizie si riserva la facoltà di cancellare immediatamente contenuti illegali, offensivi, pornografici, osceni, diffamatori o discriminanti. Per la rimozione immediata di commenti non adeguati contattare la redazione 360935513 – salernonotizie@gmail.com Salernonotizie.it non e’ in alcun modo responsabile del contenuto dei commenti inseriti dagli utenti del blog: questi ultimi, pertanto, se ne assumono la totale responsabilità. Salernonotizie.it si riserva la possibilità di rilevare e conservare i dati identificativi, la data, l’ora e indirizzo IP del computer da cui vengono inseriti i commenti al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. Salernonotizie.it non è responsabile del contenuto dei commenti agli articoli inseriti dagli utenti. Gli utenti inviando il loro commento accettano in pieno tutte le note di questo documento e dichiarano altresì di aver preso visione e accettato le Policy sulla Privacy.