Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, hanno consentito di far luce sulle attività criminose, svolte in parte a Milano, Pesaro, San Giovanni Lupatoto (Verona), San Severino Marche, Novara, Avellino, Napoli, Salerno, oltre che a Sparanise, Giugliano in Campania, Lusciano, Casoria, Caivano e Marano di Napoli.
Alcuni dei componenti del gruppo criminale, in qualità di capi e promotori, svolgevano prioritariamente la funzione di “centralinista”, chiamando le anziane vittime e minacciando loro un male ingiusto al fine di estorcere danaro e oggetti preziosi.
A tal fine, procacciavano gli “appoggi”, cioè gli appartamenti dai quali contattare le anziane vittime, avendo cura di modificarli con frequenza tendenzialmente settimanale per evitare le indagini. Gli altri componenti dell’associazione, con la funzione di coordinatori, in alcuni casi anche di “centralinisti” e all’occorrenza anche come “trasfertisti”, si occupavano di reperire minorenni da impiegare per le trasferte.
Nell’ipotesi in cui i minori non fossero stati disponibili, si offrivano personalmente di svolgere il ruolo di “trasfertista”, procacciavano i telefoni e le sim card da utilizzare per contattare le anziane vittime, all’occorrenza svolgevano anche la funzione di centralinista contattando personalmente le vittime, noleggiando le macchine per consentire al “trasfertista” di turno di recarsi nel luogo deputato.