Allarme tra i giovani: tra bullismo, cyber bullismo e revenge porn aumentano suicidi

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Il tema del malessere giovanile, amplificato da bullismo, cyberbullismo, revenge porn e altri fenomeni legati all’uso improprio dei social media e degli smartphone, è un problema urgente e complesso che richiede interventi multidisciplinari e coordinati. Ecco una sintesi e alcune riflessioni sull’argomento:

1. Crescita allarmante dei tentati suicidi tra i giovani

  • I dati dell’Osservatorio suicidi della Fondazione BRF segnalano un aumento del 75% dei tentati suicidi in Italia negli ultimi due anni, con una media di un tentativo al giorno tra i giovanissimi.
  • La diffusione di bullismo, cyberbullismo e revenge porn contribuisce significativamente a questo fenomeno, creando un ambiente psicologico insostenibile per molte vittime.

2. Il ruolo dei social media

  • La ricerca di “Common Sense” evidenzia che i giovani passano gran parte del loro tempo sui social media, un’abitudine che può sfociare in dipendenza e isolamento sociale, con il rischio di diventare “hikikomori”.
  • In Italia, circa 100.000 adolescenti mostrano segni di dipendenza dai social media, una condizione che li espone a bullismo online e altre forme di violenza digitale.

3. Revenge porn e le sue drammatiche conseguenze

  • Questo fenomeno, spesso inquadrato come vendetta o umiliazione intenzionale, è causa di gravi traumi psicologici per le vittime, che frequentemente sviluppano depressione, ansia e, in casi estremi, compiono gesti autolesionistici.
  • Storie tragiche come quelle di Carolina Picchio e Alice Schembri evidenziano l’urgenza di rafforzare l’educazione e la prevenzione sul tema, oltre che l’applicazione rigorosa delle leggi esistenti, come la legge 71 del 2017 contro il cyberbullismo.

4. Bullismo e isolamento

  • Episodi come quello di Larimar Annaloro e Leonardo Calcina dimostrano come il bullismo scolastico e le dinamiche di esclusione sociale possano portare a tragedie irreversibili.
  • Anche gli episodi recenti di stalking e bullismo a Palermo e Senigallia sottolineano un problema diffuso e persistente.

5. Necessità di interventi concreti

  • Educazione e prevenzione: Serve un investimento significativo nell’educazione digitale e affettiva, per insegnare ai giovani a usare i social media in modo consapevole e a riconoscere le dinamiche di abuso.
  • Monitoraggio e intervento: Scuole, famiglie e istituzioni devono creare una rete di supporto per identificare segnali di disagio e intervenire tempestivamente.
  • Legislazione e regolamentazione: Le piattaforme devono essere regolamentate per limitare le funzionalità che creano dipendenza e facilitano la diffusione di contenuti dannosi.
  • Supporto psicologico: Rendere accessibili servizi di consulenza psicologica, sia nelle scuole che online, è fondamentale per aiutare i giovani in difficoltà.

Conclusione

Il fenomeno del disagio giovanile legato al bullismo e all’uso improprio dei social media è una sfida collettiva. Affrontarlo richiede impegno condiviso da parte di famiglie, scuole, istituzioni e società civile, per costruire un ambiente più sicuro e inclusivo per le nuove generazioni.

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