“Tra i primissimi dati spiccano le risposte di cinque aziende sanitarie (Ascoli, Pesaro Urbino, Sardegna Oristano e Gallura, Bergamo) che dichiarano di non aver mai avuto sinistri – dichiara Eleonora Coletta, presidente dell’Osservatorio dell’associazione Fulop. In tanti casi abbiamo registrato una certa resistenza nel fornire dati che, è bene sempre ricordare, sono pubblici e riguardano un tema che impatta fortemente nella vita di ciascuno di noi come quello della spesa sanitaria”. “
“Il problema – chiarisce Raffaele Di Monda presidente dell’associazione Fulop da anni impegnata in una campagna nazionale di prevenzione per le infezioni ospedaliere e l’antibiotico-resistenza – è che in Italia non esiste una banca dati che aggreghi i numeri di malpractice sanitarie con i relativi risarcimenti, mentre la sanità pubblica continua a sborsare milioni di euro senza avere alcun elemento preciso di valutazione né geografico né tantomeno economico. In queste condizioni è difficilissimo se non impossibile avviare una qualunque attività di prevenzione e limitazione del danno. E a pagarne le spese sono i cittadini italiani”.
“I numeri parlano chiaro – conclude Di Monda – pensiamo ai risarcimenti dovuti alle 12mila vittime delle infezioni correlate all’assistenza e ai 50 mila che contraggono le infezioni ogni anno in ambito ospedaliero. Un’emorragia di denaro pubblico che deve essere fermata e per questo abbiamo deciso di attivare le nostre professionalità per offrire un contributo propositivo a tutela della sanità pubblica”.