D’altro canto, sono rimasto un attento osservatore, ormai come vecchio tifoso, delle vicende che hanno riguardato e riguardano il nostro, per noi salernitani, amato “cavalluccio marino” e la sua squadra di calcio.
Devo, però, confessare la profonda delusione sulle politiche pubbliche in tema di sport, nonostante la presenza di notevoli ed importanti iniziative che nella nostra città interessano gli sport definiti “minori”. Il termine, però, mi pare non essere appropriato, posto che tutte le attività sportive hanno pari dignità, tanto che il novellato art. 33 della Costituzione, ora prevede: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.
A fronte di queste iniziative l’atteggiamento in questi anni tenuto dalla pubblica amministrazione mi paiono essere connaturate da un certo disinteresse, se non da un sottile ostracismo. Comincio con il ricordare i ritardi negli interventi di necessario adeguamento e ammodernamento della piscina comunale “Simone Vitale”, quando a causa di un guasto – facilmente prevedibile per la vetustà degli impianti – la Rari Nantes Salerno, che pure è impegnata ai massimi livelli della disciplina sportiva, è stata costretta ad “emigrare” in altre strutture per disputare le partite casalinghe.
Uno spiraglio si è aperto solo con la delibera della giunta comunale n. 239, con la quale è stato approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica per i lavori, anche se ad oggi non si conosce ancora l’impiego effettivo delle risorse a ciò destinate.
Per non parlare delle vere e proprie bugie che sono state raccontate ai salernitani, come quella del sultano che nel 2011 annunciava in pompa magna il completamento del Palazzetto dello Sport o l’impegno per il parco sportivo da realizzare nell’area D’Agostino, progetto che nei sogni del dichiarante avrebbe consentito lo spostamento del pattinodromo di Torrione e l’ampliamento dei campi da tennis sul lungomare, “così si potrà portare a Salerno anche la Coppa Devis” (boom!).
Intanto, i campi da tennis sono sempre gli stessi, il Palazzetto dello Sport è un lugubre scheletro di cemento armato e le poche zone verdi della città sono state svendute per interventi di edilizia privata, con costi impeditivi per le giovani coppie.
Per anni qualche voce dell’opposizione si è battuta, nel silenzio più assordante, contro la cementificazione delle poche residue aree standard presenti nel cuore della città, ma nulla è stato possibile contro la furia cementificatrice.
Come non ricordare, poi, l’oblio in cui sono state fatte cadere quelle iniziative, rivolte soprattutto ai giovani, organizzate dal prof. Enzo Vitolo nella boxe con la palestra “Milleculure”, laddove si insegna che proprio la boxe è la migliore metafora della vita, “quando ti colpiscono, cadi ma ti rialzi”, per tacere delle tante altre che, con fatica enorme, tentano di sviluppare e promuovere l’impegno sportivo.
Non intento neppure affrontare l’altro increscioso capitolo dei lavori nello stadio Vestuti e dell’abbandono cronico in cui versa attualmente questa struttura, forse nel non ancora dichiarato tentativo di prevedere un’ulteriore modifica del piano urbanistico, che – come per gli spazi destinati originariamente a verde pubblico dell’ex cementificio – consenta un’ulteriore cementificazione privata dell’area del vecchio stadio.
Per concludere, non solo manca nell’Amministrazione una visione generale che coordini anche quei pochi interventi, consentiti dal disastroso stato delle finanze comunali, necessari almeno per la manutenzione ordinaria degli impianti sportivi, ma si registra l’abbandono delle strutture esistenti e il mancato completamento di opere pubbliche già iniziate. Insomma, anche per quanto riguarda lo sport, un vero disastro ora sotto gli occhi di tutti.
Giuseppe Fauceglia