Il convegno è stato presieduto da Vincenzo Andreone e da Paolo Candelaresi, dell’Ospedale Antonio Cardarelli di Napoli, uno dei centri principali in Italia, e anche in Europa, per il trattamento dell’ictus.
“Negli ultimi venti anni la scena è completamente cambiata infatti – ha spiegato Andreone, direttore della UOC di Neurologia & Stroke Unit – il paziente colpito da ictus oggi è un paziente trattabile grazie a nuove terapie, efficaci, anche attraverso trattamenti endovascolari.
Anche la chirurgia è tornata a produrre risultati soprattutto grazie all’endoscopia”.
Candelaresi, responsabile Uos Stroke Unit, ha sottolineato l’importanza dell’attuale periodo storico, con il passaggio, dopo oltre vent’anni, a un nuovo farmaco rivelatosi più efficace nel trattare gli ictus. “Aumenta il lasso di tempo a disposizione per intervenire e – spiega – sarà possibile arrivare fino a 24h dall’inizio dei sintomi per provare a sbloccare le arterie chiuse e ridurre sia la mortalità che le disabilità conseguenti ad un ictus”.
“Oggi nel mondo della neurologia sta diventando sempre più rilevante l’uso della tecnologia e dell’AI”, sostiene Rosario Iannacchero, presidente Siss e responsabile del centro cefalee dell’Aou Dulbecco di Catanzaro. “In questa direzione si sviluppa il progetto Stroke.5 che coinvolge grandi ospedali del Sud: il Cardarelli di Napoli, capofila, il Garibaldi di Catania, rappresentato dal Gianluca Galvano, e il Dulbecco di Catanzaro, oggi presente con il commissario straordinario Simona Carbone insieme al direttore dell’Unità operativa di neurologia e stroke unit, Domenico Bosco. Sfruttiamo l’occasione del congresso per condividere le expertise utili per semplificare la presa in carico del paziente, soprattutto nel Sud Italia, e così migliorare la fase organizzativa delle Stroke Unit con l’intento di creare un modello gestionale esportabile a livello nazionale”.