Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania, contesta all’uomo i reati di omicidio aggravato e distruzione di cadavere.
Un’indagine complessa e articolata
L’arresto arriva al termine di un’indagine approfondita, iniziata subito dopo la scomparsa della vittima. Il cadavere di Silvia Nowak era stato rinvenuto parzialmente carbonizzato nei pressi di un bosco confinante con una proprietà della famiglia Nowak. Gli investigatori, dopo aver attentamente esaminato gli alibi forniti dall’indagato, hanno costruito un quadro accusatorio fondato su una molteplicità di elementi: dichiarazioni, analisi logiche e documentali, nonché accertamenti scientifici condotti dal R.I.S. di Roma.
La ricostruzione dei fatti
Secondo la tesi della Procura, il compagno della vittima avrebbe compiuto l’omicidio nel pomeriggio del 15 ottobre 2024. La donna sarebbe stata uccisa in un luogo isolato, colpita più volte con un oggetto contundente e tagliente. In seguito, l’assassino avrebbe tentato di distruggere il corpo usando il fuoco, per poi inscenare la sua scomparsa e depistare le indagini.
Perquisizioni in corso
Contestualmente al fermo, sono state avviate perquisizioni presso le abitazioni frequentate dall’uomo dopo il delitto, nel tentativo di raccogliere ulteriori prove utili per il procedimento penale. L’indagato resta in custodia in attesa delle decisioni del giudice, mentre la comunità di Castellabate è sotto shock per il terribile epilogo di una vicenda che ha profondamente scosso l’opinione pubblica. Le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio e garantire giustizia per Silvia Nowak.
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