Lo studio di Assad e collaboratori riporta dati sostanzialmente sovrapponibili a quelli già documentati dagli studi registrativi e rinforza il concetto che solo una somministrazione universale nei soggetti nel primo anno di vita, prima o durante il periodo di circolazione del VRS, può permettere di affrontare questo virus con ampie possibilità di ridimensionarne la pericolosità. Questi autori, con uno studio prospettico caso/controllo, condotto nella stagione invernale 2023-2024 e che ha arruolato bambini di età media di 3,1 mesi, hanno dimostrato che nirsevimab era in grado di prevenire l’83% (95% CI 73.4 – 89.2) dei casi di bronchiolite da VRS destinati all’ospedalizzazione, il 69,6% (95% CI, 42.9 – 83.8) di quelli che richiedevano terapia intensiva e il 67.2% (95% CI, 38.6 – 82.5) di quelli per i quali era necessario il supporto ventilatorio.
È ovvio che, per ottenere il massimo della prevenzione, la campagna di immunizzazione deve avvenire secondo programmi ben definiti per garantire protezione dalle infezioni da VRS in tutti i neonati e bambini, inclusi coloro che hanno un più alto rischio di sviluppare forme più gravi di bronchiolite. Ciò significa che per proteggere i più piccoli è necessario immunizzarli già alla nascita direttamente nelle neonatologie se questa avviene nel periodo di circolazione del virus ottobre – marzo, mentre per quelli nati tra aprile e settembre sarà sufficiente programmare l’immunizzazione nelle strutture di territorio, centri vaccinali e/o ai pediatri di rifermento familiare, la somministrazione dell’anticorpo per i bambini nati prima di ottobre, cioé entro 6-9 mesi dall’inizio della prima stagione VRS. Molti paesi, come Spagna Francia ed USA, hanno già avviato questo schema di immunizzazione nella stagione 2023-2024, talora con piccole differenze nel momento di attivazione dei due periodi di immunizzazione, ottenendo risultati significativi. In Italia, la Valle d’Aosta aveva già avviato, per la stagione 2023-2024, un progetto che ha coinvolto i bambini nati dal primo maggio 2023. Poiché la disponibilità di nirsevimab si è avuta solo dal 20 dicembre 2023, sono stati vaccinati sul territorio i nati dal 1° maggio a questa data e nelle neonatologie quelli nati dal 20 dicembre 2023 al 15 febbraio 2024.
Le percentuali di copertura sono state del 65% (292/448) e dell’86% (77/89), rispettivamente e ciò ha condotto ad una significativa riduzione dei ricoveri per bronchiolite rispetto alla stagione precedente nella quale non era stata possibile fare alcuna immunizzazione. Ci sono stati 29 ricoveri per bronchiolite da VRS, 18 in bambini nati dopo il 1° maggio 2023. Nella stagione precedente, alla stessa data, il numero dei ricoveri era stato di 61, di cui 47 tra i bambini nati dopo il 1° maggio 2022. La prevalenza periodale di ospedalizzazione per bronchiolite da VRS nei neonati che non hanno ricevuto nirsevimab è stata dell’8,3% (14/168), mentre nei neonati che hanno ricevuto nirsevimab non si sono verificati ricoveri per bronchiolite da VRS (0/369, p < 0,001).
Dalla stagione 2024/25, in tutta Italia è possibile contrastare l’RSV nei bambini grazie alla disponibilità di nuove misure preventive, tra cui l’anticorpo monoclonale e la vaccinazione in gravidanza. Anche le società scientifiche come la società di igiene e medicina preventiva (SItI) e la società italiana di malattie infettive e tropicali (SIMIT) hanno riconosciuto quanto sia fondamentale proteggere i bambini dalle infezioni da RSV. Per questo, hanno raccomandato sia l’utilizzo degli anticorpi monoclonali sia la vaccinazione materna come strumenti efficaci per garantire la loro protezione.
Per contrastare le infezioni da RSV nei neonati e bambini, sia pure con velocità diverse le regioni italiane hanno attivato programmi di immunizzazione come definito dal Ministero secondo la sancita intesa. Mentre in tutti i casi è stata prevista l’immunizzazione dei neonati direttamente nelle neonatologie se nati in periodo VRS, qualche differenza vi è stata per l’immunizzazione dei lattanti nati prima della stagione. In alcuni casi sono stati considerati solo i nati a partire da aprile 2024 (Toscana), mentre, per esempio, Lombardia, Veneto e Piemonte, si è estesa l’immunizzazione anche a quelli nati a partire dal 1° gennaio 2024. In altre regioni come ad esempio Campania, Calabria e Puglia l’immunizzazione si è estesa a quelli nati a partire dal 1° agosto 2024.
Ancora una volta, anche per la prevenzione del virus respiratorio sinciziale, viene sottolineato il ruolo determinante svolto dal pediatra per l’attuazione di tutti i programmi di prevenzione che interessano i bambini.
In questo caso, poi, trattandosi di una misura di immunizzazione del tutto nuova della quale le famiglie non conoscono né l’efficacia né la sicurezza e tollerabilità, il ruolo del pediatra è fondamentale. È ben noto come il pediatra rappresenti il riferimento delle famiglie per l’accettazione di qualsiasi novità di profilassi o di terapia che riguardi i bambini. Solo attraverso le sue spiegazioni e le sue capacità di convincimento sarà possibile raggiungere tutti i benefici possibili dalla disponibilità di nuovi strumenti di prevenzione.
Prof. Nicola Principi
Direttore RIPPS