La Legge di Bilancio introduce limiti differenziati per le detrazioni, che dipendono sia dal reddito complessivo sia dalla composizione familiare. Chi guadagna tra 75.000 e 100.000 euro potrà detrarre fino a 14.000 euro, mentre per redditi superiori a 100.000 euro il tetto scende a 8.000 euro. Inoltre, l’ammontare detraibile sarà influenzato da un coefficiente familiare, variabile in base al numero di figli a carico e alla presenza di eventuali disabilità.
Tra le spese edilizie ammesse in detrazione rientrano interventi indicati nell’articolo 16-bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Questi comprendono manutenzione ordinaria e straordinaria sulle parti comuni di edifici residenziali, ricostruzione di immobili danneggiati da calamità, lavori di progettazione e messa a norma, interventi per l’efficienza energetica, riduzione del rischio sismico, riqualificazione edilizia e abbattimento delle barriere architettoniche.
Le nuove regole prevedono che, a partire dal 2025, i contribuenti con redditi superiori ai 75.000 euro dovranno selezionare con attenzione le spese da portare in detrazione per non superare i limiti previsti. Questo potrebbe portare a una perdita parziale degli sconti fiscali, soprattutto per chi ha sostenuto costi elevati per lavori di ristrutturazione.
Secondo le stime, le nuove norme interesseranno circa 312.000 contribuenti italiani, ovvero l’1,7% del totale, generando un incremento delle entrate per il Fisco pari a un miliardo di euro. Restano invece escluse dal taglio alle detrazioni le spese sanitarie e gli investimenti in start-up e PMI innovative, che continueranno a beneficiare delle agevolazioni fiscali esistenti.
La revisione delle detrazioni rappresenta una sfida per molti contribuenti, che dovranno pianificare attentamente le proprie spese per massimizzare i benefici fiscali e ridurre al minimo l’impatto delle nuove disposizioni.
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