Nella serata di ieri, due cuginette di 8 e 10 anni sono state trasferite in eliambulanza all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dopo essere state intossicate da monossido di carbonio a causa di una stufa difettosa durante una vacanza a Sapri, località cilentana.
Le bambine sono state immediatamente trattate nel Centro Medicina Iperbarica dell’ospedale, come prevede il protocollo terapeutico per l’intossicazione da monossido di carbonio. Il monossido di carbonio è un gas inodore e incolore che, se inalato, si lega all’emoglobina nel sangue impedendo il trasporto di ossigeno al cervello e ad altri organi vitali, causando danni gravi o addirittura la morte in assenza di intervento tempestivo.
Sintomi e Trattamento
Le due bambine presentavano segni di intossicazione, come cefalea, vomito e obnubilamento del sensorio. Se non trattata, questa condizione può portare rapidamente alla perdita dei sensi e alla morte. Grazie al trattamento immediato con ossigeno iperbarico, si è notato un miglioramento significativo dei sintomi.
Il piano terapeutico prevede ulteriori 5 giorni di trattamento con ossigeno iperbarico per consolidare i progressi e prevenire complicazioni come la sindrome cerebrale post-intervallare, che può verificarsi quando i sintomi riappaiono a causa di danni cerebrali provocati dall’intossicazione.
Inoltre, sembra che ci sia stata un’altra bambina esposta al monossido di carbonio nella stessa casa, che al momento non ha mostrato sintomi. Per precauzione, anche lei sarà trasferita al Santobono per monitoraggio e trattamento, se necessario.
L’intervento rapido e il trattamento in camera iperbarica hanno evitato complicazioni gravi, ma l’accaduto rimarca ancora una volta l’importanza di utilizzare in modo sicuro gli impianti di riscaldamento e la necessità di prevenzione in caso di esposizione a gas pericolosi.
Commenta