Era la vigilia di Capodanno del 2021, poco prima della mezzanotte, quando Danilo Iervolino acquistò la Salernitana dalla gestione del trustee, dopo un difficile mezzo campionato di Serie A chiuso all’ultimo posto sotto la guida di Stefano Colantuono, che aveva sostituito Fabio Castori. Le parole dell’imprenditore di Palma Campania, ex patron della multinazionale Pegaso, “La Salernitana è nostra!!!”, scateneranno l’entusiasmo della tifoseria granata, che vedeva in lui la fine della multi-proprietà con Lotito e l’inizio di una nuova era.
La salvezza raggiunta in extremis da Davide Nicola con l’aiuto di Sabatini come direttore sportivo segnò l’inizio di un nuovo capitolo. L’anno successivo, dopo un inizio con Nicola e l’arrivo di Sousa, il club ottenne una tranquilla salvezza. Tuttavia, dalla stagione 2023-2024, la parabola discendente iniziò con un tracollo senza precedenti: retrocessione all’ultimo posto in Serie A con un record negativo di punti, seguito da un inizio di stagione amaro in Serie B nel 2024-2025.
Oggi, a distanza di tre anni, il club vive un periodo di confusione, con la società in crisi e la squadra che sembra in disarmo. Iervolino, ormai lontano dai riflettori da mesi, non è più il simbolo della speranza per i tifosi, ma il ricordo di una promessa non mantenuta. “Maledetto quel giorno”, è il commento di molti tifosi che ricordano quell’entusiasmo iniziale, oggi smorzato dalla realtà di una Salernitana che fatica a rialzarsi.
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