operatorie, come attestato nel corso del congresso mondiale di cardiologia
tenutosi nel Stati Uniti nel 2023, ha riscontrato che i cittadini salernitani non
hanno mosso un dito allorquando è stato costretto a lasciare l’ospedale per far
posto al dott. Coscioni, responsabile della “Sanità” (sic !!!) per la giunta
regionale campana, uomo di punta del PD in alcune istituzioni pubbliche e braccio destro del Governatore De Luca.
Il “paradosso” che ha costretto alla fuga il prof. Iesu e il prof. Masiello, con la rispettiva equipe medica di altissima
specializzazione, in effetti, ha ridotto la cardiochirurgia del San Leonardo poco più che ad un presidio ospedaliero. E’ sufficiente raffrontare i numeri delle operazioni realizzate da Iesu e i suoi collaboratori in strutture convenzionate di
alta specializzazione e quelli attuali (2024) del Ruggi, e gli stessi esiti, in proporzione, della mortalità post-operatoria, per comprendere che ai cittadini salernitani è stato negato non solo un riconosciuto centro di eccellenza nella cardiochirurgia, ma addirittura – se pensiamo a tutti i successivi accadimenti – il diritto alla salute, di cui qualcuno pure dovrebbe ricordare il valore costituzionale.
Eppure le risorse ci sono, solo che vengono impiegate per grandi manifesti di pubblicità elettorale (non istituzionale) del Presidente della Regione, che vengono dirottate in mille rivoli che portano all’inefficienza del sistema, che sono gestite da dirigenti, a volte di basso profilo professionale, i quali restano proni agli ordini del “padrone”. Come questo possa essere avvenuto non è un mistero, quando si costruisce scientificamente un sistema di potere ramificato ed incontrollato, che in città è rimasto immutato ed “uni- soggettivo” per oltre trent’anni e in Regione, con la complicità del Covid, per dieci anni.
Qualcuno dovrà prima o poi, magari scovando le liste degli assunti nelle strutture pubbliche e nelle istituzioni regionali e confrontandole con gli stati di famiglia, ricercare la spiegazione della sostanziale impunità ed intangibilità di questo sistema. Quello che, però, sconcerta è l’assenza di una vera e propria reazione della cittadinanza, che – come ho scritto più volte – appare apatica ed addormentata, chiusa negli interessi egoistici dei più, attratti dalla possibilità di incarichi e prebende distribuite, spesso in assenza di ogni merito, nel nostro “sultanato”.
Il problema resta proprio questo: una città “senza anima” ed ammaliata da “bugie” ripetute nel tempo sì da apparire
l’ombra delle “verità”, è destinata all’estinzione e alla fuga dei giovani, e, per quanto riguarda le strutture sanitarie, al sempre possibile incontro con la “morte”.
Giuseppe Fauceglia