Anna Borsa, giovane parrucchiera, aveva interrotto la relazione con Erra alcuni mesi prima del delitto, dopo aver manifestato timori e paure ai familiari e alle amiche. Nonostante ciò, non aveva mai denunciato il suo ex compagno, temendo che le sue minacce di suicidio potessero concretizzarsi. Poco prima di essere uccisa, Anna aveva iniziato una nuova relazione, il cui compagno fu anch’egli ferito nella sparatoria avvenuta all’interno del salone di bellezza.
L’avvocato difensore di Erra, Pierluigi Spadafora, aveva chiesto il riconoscimento dell’incapacità di intendere e di volere del proprio assistito, ma tale tesi è stata respinta dai giudici.
Dopo aver ucciso Anna e ferito il suo nuovo fidanzato, Erra si diede alla fuga. Fu rintracciato alcune ore dopo nei pressi di un autogrill dell’autostrada, gravemente ferito dopo essersi sparato un colpo alla testa, che rimase però nel cranio senza risultare letale.
La sentenza ha segnato un’importante risposta di giustizia per un femminicidio che aveva profondamente scosso la comunità salernitana.