Farine selezionate e impasti innovativi, una lievitazione impeccabile o esperimenti audaci, cotture nel forno a legna o con moderne tecnologie high-tech, cornicioni soffici o farciti, e topping che spaziano dal classico al creativo.
Nel 1984 si è dato vita al World Pizza Day. Da allora, il 17 gennaio – giorno in cui ricorre sant’Antonio Abate, patrono del fuoco e dei pizzaioli – si celebra un’autentica icona della cultura gastronomica tricolore, apprezzata in ogni dove.
Nel nostro Paese, il suo consumo ha raggiunto cifre incredibili con circa 5.12 milioni di chili ordinati e una media giornaliera di oltre 14.000 chili. Il sabato è il giorno in cui si è registrato il volume di pizza più alto. Anche durante le ore serali, in particolare tra le 17 e le 19, la domanda cresce notevolmente con punte che superano i 2.6 mila chili giornalieri.
Purtuttavia i più grandi consumatori di pizza pro capite al mondo non siamo noi italiani, bensì gli statunitensi: un americano ne consuma in media 13 chili all’anno.
La pizza non si limita a essere un appetitoso alimento, ma una vera e propria arte. Nel 2024, città quali Verona, Roma, Napoli e Milano ne hanno visto crescere enormemente il consumo, con un’incredibile diversificazione che, peraltro, riflette ed esalta la ricchezza delle tradizioni locali.
Il successo è alimentato pure dalla sua versatilità: perfetta per una serata in famiglia, una festa fra amici o una pausa pranzo veloce quanto gustosa. Tra le varianti più amate, Margherita, Diavola e Capricciosa risultano le più richieste, dimostrando che, alla fin fine, il classico resta sempre la scelta vincente.
Tony Ardito