Ottocentomila euro alla sua perpetua presi da offerte dei fedeli: parroco nei guai

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Don Paolo Bianciotto, ex parroco di Madonna di Fatima a Pinerolo, è al centro di un processo per circonvenzione di incapace e appropriazione indebita. Il sacerdote 81enne, secondo le indagini, avrebbe sfruttato la fiducia di alcuni fedeli, in particolare persone vulnerabili con difficoltà psichiatriche o cognitive, per sottrarre loro risparmi per centinaia di migliaia di euro.

Le accuse e le modalità delle appropriazioni

Tra il 2018 e il 2021, don Bianciotto avrebbe convinto almeno tre fedeli a trasferire circa 185mila euro sui suoi conti, acquisendo il controllo delle loro finanze. Con deleghe e accesso alle carte bancomat, il sacerdote avrebbe prelevato e speso denaro per fini personali. Oltre a ciò, è imputato per indebito utilizzo di strumenti di pagamento.

Investimenti e spese personali

Le somme sottratte sarebbero state impiegate anche in operazioni speculative. Don Bianciotto avrebbe acquistato un albergo a Bordighera in società con un altro sacerdote, generando un profitto personale di 400mila euro dalla successiva vendita. I fondi sarebbero stati utilizzati, in parte, per sostenere la cooperativa Casa Alpina di Pragelato, da lui gestita fino al 2010.

Regali alla perpetua e ammanchi parrocchiali

Un’altra parte del denaro sarebbe stata destinata alla perpetua del sacerdote, che avrebbe ricevuto circa 800mila euro per l’acquisto di immobili, attività commerciali e un’auto. Inoltre, don Bianciotto avrebbe utilizzato fondi parrocchiali e dell’associazione Nuova Scuola Mauriziana, appropriandosi di circa 500mila euro. Tuttavia, l’assenza di denunce formali da parte delle istituzioni coinvolte potrebbe complicare il procedimento penale.

Il ruolo della diocesi

Il vescovo di Pinerolo, Dario Olivero, ha sospeso don Bianciotto dalle funzioni religiose, ma non ha presentato denuncia per gli ammanchi riscontrati. Episodi simili risalgono al 2009, quando il sacerdote fu accusato di aver falsificato la firma del vescovo Piergiorgio Debernardi per ottenere un fido di 150mila euro. Anche in quel caso, il procedimento fu archiviato dopo il ritiro della querela.

Il processo in corso mira a fare luce su anni di presunti abusi di fiducia e appropriazioni, gettando ombre sulla condotta del sacerdote e sul sistema di controllo delle finanze ecclesiastiche.

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