Il fenomeno delle cosiddette ‘stragi del sabato sera’ è complessivamente in calo negli ultimi anni. Ma c’è una dato allarmante, che arriva dai dati sugli incidenti plurimortali sulle strade del sud, dove svetta la Puglia con 18 schianti con 2 o più morti.
È quanto emerge da un report dell’Asaps, Associazione sostenitori della polizia stradale, che ha già elaborato i dati in suo possesso sulle ‘stragi del sabato sera’ nel 2016: “un quadro complessivo sicuramente molto migliore rispetto agli anni ’90 ” spiega Giordano Biserni, presidente Asaps.
L’Asaps da anni sta curando un suo osservatorio nel quale alla voce stragi del sabato sera inserisce gli incidenti accaduti nelle 16 ore “maledette” – dalle 22 alle 6 del venerdì sul sabato e del sabato sulla domenica – nei quali almeno uno dei conducenti abbia meno di 30 anni. Nel 2016 l’Asaps ha registrato 249 incidenti gravi con 164 morti. Dei 249 incidenti gravi quasi la metà è classificata come ‘fuorisucita per sbandamento’, vale a dire che l’auto è schizzata fuori da sola, come nell’incidente di Guidonia. Solo nel 2001 nelle due notti del fine settimana si contavano 917 vittime che si sono gradualmente ridotte – aggiunge Biserni – a forza di controlli notturni con precursori e etilometri a 314 vittime nel 2014 (Fonte Istat).
Ma in questi dati sono ricomprese tutte le tipologie di incidenti anche quelli che niente hanno a che vedere con i giovani o con i locali della notte. Il fenomeno delle stragi del sabato sera non ha, infatti – spiega l’Asaps -, specifiche proprie analizzate dai dati ufficiali dell’Istat. Per questo l’Asaps ha avviato il suo osservatorio, in base al quale dei 249 incidenti gravi 121 sono stati al nord con 72 morti, 43 al centro con 26 morti e 85 al sud con ben 66 morti a dimostrazione della maggiore gravità degli impatti.
Al primo posto come numero di vittime in questo segmento c’è ancora la Lombardia con 27 morti in 19 schianti, ma è incalzata dalla Puglia con 24 in 18 mortali, la Campania con 15 vittime, l’Emilia-Romagna viene dopo con 13 vittime, il Lazio con 11, il Veneto con 10, il Piemonte con 9. “Negli anni ’80 e ’90 questo fenomeno della mortalità notturna giovanile – osserva Biserni – era prerogativa prevalente, se non esclusiva, nelle regioni del nord in particolare sulla la riviera romagnola o quella veneta.
Nelle sole 3 province romagnole di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna ogni anno si contavano anche 25/28 ragazzi morti nelle due notti del divertimento esasperato. Oggi grazie ai controlli della Polizia Stradale e delle altre forze di polizia e alle campagne sensibilizzazione e informazione le strade della Romagna sono state molto bonificate passando negli ultimi 4- 5 anni a 5-6 giovani morti in un anno. Addirittura solo 3 nel 2015”.
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