La sentenza, che ha rideterminato quella di primo grado di un anno e quattro mesi, è stata emessa giovedì dai giudici di Salerno. La donna, oggi trentenne, fu coinvolta in un’inchiesta della DDA di Salerno, su un giro di prostituzione che dalla Costiera Amalfitana si estendeva fino ad Agerola e Gragnano.
Tredici sono le persone che furono interessate dal provvedimento dell’Antimafia di Salerno. Tra questi alcuni clienti delle donnine della Costiera. Uno in particolare, assolto in primo grado, scoperte le tresche con le prostitute, negò gli appuntamento di sesso e rispondeva solo di favoreggiamento. Nel giro anche un uomo che, secondo l’accusa, faceva prostituire la sorella disabile e la compagna. Un intreccio di storie di sfruttamento di consanguinei che fece molto scalpore, con la donna di Ravello che era uno dei perni del giro di spaccio.
Durante il processo, l’Antimafia ha sostenuto che la donna, insieme a un cinquantenne di Gragnano, aveva organizzato un lucroso giro a luci rosse tra Amalfi e l’Agro nocerino sarnese. Secondo la procura i due avrebbero poi utilizzato gli incassi derivanti dalle prestazioni sessuali per acquistare cospicue dosi di droga sintetica, in parte consumate in proprio e in parte rivendute ai clienti nel corso degli incontri proibiti.
Fonte IlVescovado.it
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