Il costruttore, che nel 2004 comprò per 34 milioni Palazzo don Sturzo all’Eur, venne arrestato nell’aprile del 2011 per un crac di 52 milioni di euro, relativo ad una sola società della holding dal quale si generò un vorticoso effetto domino sulle restanti 10 società, tutte dichiarate fallite dal Tribunale di Roma, pochi giorni dopo l’arresto.
Le indagini, secondo quanto sostiene la Gdf, hanno accertato che tre banche e una società di factoring, con la complicità degli esponenti del Gruppo imprenditoriale, hanno sottratto illecitamente risorse destinate al pagamento dell’Iva per soddisfare crediti altrimenti difficilmente recuperabili.
Il meccanismo escogitato era basato sulla previsione che il Gruppo sull’orlo del fallimento avrebbe conferito l’attivo (consistente in immobili e beni) in un fondo immobiliare di una società di gestione, per continuare a ricevere finanziamenti dalle banche, che in questo caso li avrebbero concessi in favore della nuova Sgr e non più al Gruppo noto ormai come ‘cattivo debitore’.
Ma l’Iva dovuta dalla Sgr, per oltre 31,6 milioni, invece di arrivare nelle casse dell’Erario, veniva dirottata verso le banche, perfettamente consapevoli dello stato in cui versava il gruppo, che così hanno ripianato le esposizioni debitorie del gruppo.
Alla luce di questo quadro investigativo, il Gup del tribunale di Roma ha emesso il sequestro conservativo dei beni rientranti nella disponibilità degli imputati, a vario titolo ritenuti responsabili del dissesto finanziario fino alla concorrenza del danno patrimoniale, pari ad oltre 322 milioni, a fronte dell’ammontare del passivo fallimentare complessivamente quantificato in oltre 250 milioni.
I sequestri di ville, appartamenti e locali commerciali sono scattati nelle province di Roma, Milano, Torino, Venezia, Verona, Isernia, Imperia, Livorno, Lucca, Perugia, Teramo, Reggio Emilia, Lecco, Modena, Rimini, Parma, Pescara, Massa Carrara, Lodi, Novara, Savona, Aosta e Pavia.
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