La notizia è emersa nel corso delle giornate del Pd al Lingotto. A lanciarla il senatore Stefano Lepri. È ancora tutta da verificare, però, l’annosa questione delle coperture. Il ddl, infatti, non si propone solo di razionalizzare le attuali detrazioni per i figli a carico e le diverse forme di assegno familiare, ma anche di consentire l’accesso anche ai lavoratori autonomi e agli incapienti, prevedendo esplicitamente che per questa categoria «il beneficio sia riconosciuto in denaro», in modo da superare l’esclusione dalle detrazioni fiscali. Costo dell’intera operazione 2 miliardi il primo anno e 4 a regime, aggiuntivi rispetto agli attuali 16 che si spendono per le varie forme di sostegno per i figli (19 considerando anche il coniuge a carico).
«La misura si pone in alternativa, forse in competizione, ad altre soluzioni su cui si sta ancora lavorando» come il taglio del cuneo fiscale, sottolinea Lepri, spiegando che il nuovo strumento consentirebbe di “coprire” l’85% dei nuclei familiari e sarebbe declinato in tre fasce e due soglie Isee: la prima fino a 30mila euro, entro la quale si prenderebbe l’assegno intero; la seconda fino alla soglia Isee di 50mila euro nella quale si percepirebbe ridotto. Le tre fasce sono invece riferite alle età: l’assegno sarebbe più corposo, nelle prime stime a 200 euro a figlio, nei primi 3 anni di vita, per passare a 150 euro al mese fino a 18 anni e ridursi a 100 euro al mese fino ai 26 anni.
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