Il comitato spontaneo “Uniti per Chicca”, nato con l’obiettivo di contribuire a creare un senso di responsabilità contro le violenze a danno degli animali, denuncia a San CiprianoPicentino la presenza di polpette contenenti veleno che stanno uccidendo cani, non solo randagi ma anche semi-accuditi, oltre verosimilmente gatti ed animali selvatici (volpi ed altri predatori). Nella pressi di via Inserteta e via Vignale,infatti, sin dalla mattina del 21 marzo, residenti hanno segnalato la morte, tra atroci sofferenze, dei propri animali d’affezione; in pericolo non solo i nostri amici a quattro zampe, ma anche i bambini che sono gli indifesi ed inconsapevoli fruitori di parchi e giardini.
Gli abitanti responsabili e sensibili della cittadina picentina si rivolgono al sindaco Gennaro Aievoli affinché si attivi dando disposizioni alla Polizia Municipale di indagare sul fenomeno, avvertire la popolazione del rischio e ricordare alla cittadinanza che, per l’uccisione di animali – art. 554 bis del codice penale – è prevista la reclusione fino a due anni.
San Cipriano Picentino è dotato addirittura di un Regolamento di tutela e benessere degli animali, approvato nel 2012, che all’art. 8 recita: “Su tutto il territorio comunale è proibito a chiunque spargere, depositare, liberarsi e/o disfarsi in qualsiasi modo, di materiale contenente veleni o altre sostanze che siano tossiche o irritanti, in luoghi ai quali possano accedere animali. I medici veterinari, privati o operanti all’interno dell’Azienda Sanitaria Locale, sono obbligati a segnalare all’Amministrazione tutti i casi di avvelenamento di animali di cui vengano a conoscenza. In detta segnalazione dovranno essere indicati il tipo di veleno usato e la zona in cui gli avvelenamenti si sono verificati”.
La sanzione per chi viola la norma può arrivare fino a 500 euro.
Affinché queste disposizioni non restino solo sulla carta, il comitato spontaneo “Uniti per Chicca” fa appello ai cittadini affinché aiutino ad individuare i criminali che stanno spargendo il veleno e ricorda che il problema del randagismo non si risolve certo in questo modo, ma con una capillare campagna di sterilizzazione di concerto tra l’amministrazione comunale e la locale ASL e la verifica dell’effettiva registrazione in anagrafe canina di tutti i cani padronali.
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