Aumenta a gennaio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie, segnando una crescita dello 0,6% che diventa un +1,4% nei confronti di gennaio 2013. Alla fine del mese scorso, però, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 66,2% nel totale dell’economia e del 56,3% nel settore privato. I contratti in attesa di rinnovo sono 51 e riguardano circa 8,5 milioni di dipendenti: si tratta della quota più alta dal gennaio del 2008. In pratica due dipendenti su tre stanno aspettando. L’attesa del rinnovo per i lavoratori – spiega ancora l’Istat – con il contratto scaduto è in media di 24,5 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 11,8 mesi per quelli del settore privato.
Con riferimento ai principali macrosettori, a gennaio le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,8% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a gennaio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia e petrolio (4,6%); estrazione minerali (4,3%); telecomunicazioni (4,0%). Si registrano variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione, che l’altra parte sono interessati dal blocco delle retribuzioni. Tra i contratti monitorati dall’indagine Istat, nel mese di gennaio è stato recepito un solo accordo e ne sono scaduti cinque. Alla fine di gennaio 2014, i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 33,8% degli occupati dipendenti e corrispondono al 33,7% del monte retributivo osservato.
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