Insieme all’avv. Antonio Cammarota, hanno partecipato la dr.ssa Ida Buongiorno, responsabile settore economia de La Nostra Libertà, e Rosario Peduto, che da qualche giorno ha aderito al progetto di CammarotaLa trasformazione urbana impone una visione organica, sociale, nell’identità. Salerno, al netto delle improbabili Luci invernali e della cementificazione muscolare, ha solo nel mare il suo destino. Un destino, da sempre, tradito.
Le proposte per la Città del Mare
PROGETTO IDEM URBEM DA PIAZZA CONCORDIA A LA CARNALE
Un nostro antico progetto di riqualificazione urbana in continuità con il lungomare salernitano, nel solco dell’urbanistica sociale, e dei servizi alla persona.
L’ARENILE SANTA TERESA A TORRIONE E LEUCOSIA
L’arenile Santa Teresa è uno spazio naturale di socialità di grande bellezza che unisce persone e ambiente, città e mare, la stessa struttura va replicata a Torrione – ex Ostello Gioventù- e a via Leucosia.
IL BOULEVARD DALL’EMBARCADERO A PIAZZA DELLA CONCORDIA
Va adottata una copertura con strutture in legno in continuità con l’arenile Santa Teresa dal lungomare alla scogliera con spazi attrezzati, solarium, chioschi, bar, ristoranti.
IL MARE DI TUTTI DA IRNO AD ARECHI
Dal fiume Irno fino a Marina d’Arechi organizzare taxi-boat per la Costiera, pescaturismo, porticcioli e grappoli di boe per piccole imbarcazioni provate gestiti da cooperative dei nostri giovani.
Solo attraverso i grandi eventi si attraggono risorse e si costruisce il futuro.
– Salerno in Fiore del maggio salernitano sul lungomare, con esposizione di fiori e piante.
– Fuochi d’Artista, un torneo mondiale di fuochi pirotecnici nel naturale palcoscenico del Golfo di Salerno nel mese di giugno abbinato a una lotteria nazionale.
– Festa del Mare, una festa dell’artigianato e dei prodotti salernitani legati al mare, come quella del Crocifisso, tra luglio e agosto;
– River Writing, utilizzare il lungofiume per esposizioni di hobbisti e artisti di strada, e per un campionato internazionale di graffiti.
– Regata Storica di San Matteo, il 21 settembre.
L’INDUSTRIA NAUTICA
Rinascita della industria nautica con un polo della cantieristica navale, con la promozione di una fiera internazionale della nautica in mano pubblica.
DELOCALIZZAZONE DEL PORTO COMMERCIALE: IL TEMPO DELLE SCELTE
«Al netto di inutili e sterili contrapposizioni, occorre il coraggio di scelte strategiche, e cambiare quelle sbagliate. E discutere. Noi difendiamo il porto commerciale di Salerno, lo abbiamo fatto pubblicamente con un manifesto e in consiglio comunale, perchè eccellenza produttiva costruita in decenni di duro lavoro che dà il pane a centinaia di famiglie e ai nostri giovani.
Il Porto però, non può crescere, perché danneggia se stesso e la città di Salerno. E se non cresce, muore. Così dov’è, il porto blocca l’accesso della Porta Ovest, non ha una rotaia, intasa con i tir il viadotto Gatto sempre più fatiscente e pericoloso, mortifica zone bellissime della città. Sono insufficienti le strutture e le infrastrutture, si perfora senza riuscirci la montagna di Canalone per migliaia di mezzi pesanti, in commissione urbanistica si discute dell’area retro portuale a San Mango Piemonte, si insegue un dragaggio improbabile.
Sono necessarie nuove opere, e questa è una grande occasione per ridiscutere tutto. Delocalizzare il Porto vuol dire innanzitutto valorizzare la Città del Mare e creare lavoro per i nostri giovani. Tanti ricordano i bagni Savoia, che gemellavano Salerno con Sorrento, Positano, Capri. Quella grande area liberata può diventare il colpo d’ala, l’argento vivo del nuovo rinascimento salernitano, finalmente coerente al suo destino.
Il viadotto Gatto sarà libero, i turisti potranno salire in galleria con funicolari leggere, Salerno diventerà finalmente la piccola Barcellona immaginata da sempre. Ci sarà la grande spiaggia invocata da De Luca, gli antichi bagni di Salerno, la valorizzazione dell’Olivieri, un porto finalmente solo turistico, centri di esposizione del nostro commercio.
Certo, è necessario il confronto con gli operatori del porto, privati e istituzionali. E il loro consenso. Ma un antico progetto immaginava il grande Porto dopo Pontecagnano, un braccio di sovra flutto di un paio di miglia a chiudere il mare. Se in pochi mesi un imprenditore privato ha costruito in una zona improbabile un porto per yacht di cento metri per il suo legittimo lucro, più deve valere per l’interesse pubblico.
Se solo lo scorso anno in Regione Campania ancora si discuteva di studi di fattibilità per delocalizzare il Porto, se il dragaggio di quello esistente è necessario e inutile, se Napoli è ancora troppo più grande, una riflessione, ora, va fatta. Si può e si deve, dunque, immaginare la delocalizzazione, come avvenne per l’ospedale e l’Università, che oggi sono le eccellenze che tutti invidiano perché tanti anni fa si seppe immaginare il futuro.
Delocalizziamo il Porto in un’area ad hoc, con strutture e infrastrutture d’avanguardia, ben servita da rotaie, con un grande retro porto, spazi di stazionamento e di servizi, collegamenti con la metropolitana, con l’autostrada, e finalmente con l’aeroporto, e prospettive di crescita e di ampliamento le più ampie possibili.
Non sfugge la necessità di un grande respiro, una sinergia tra livelli istituzionali, tra pubblico e privato, per attingere a finanziamenti pubblici ed europei, che potrà significare innanzitutto tanto nuovo vero lavoro per i nostri giovani. Se ne discuta, allora. Si può, si deve».
LE INIZIATIVE PUBBLICHE E ISTITUZIONALI
Lettera aperta
al Sindaco di Salerno, al Sindaco di Pontecagnano e al Sindaco di Eboli, nonchè al Presidente della Provincia di Salerno e al Presidente della Regione Campania.
Lettera aperta
Al Presidente dell’Autorità Portuale, agli operatori privati, alle associazioni di categoria.
Consiglio Comunale
Interrogazione e interpellanza in Consiglio Comunale.
Commissioni Consiliari
Richiesta di discussione all’ordine del giorno nelle commissioni consiliari competenti.
Iniziative Pubbliche
Concorso di idee con il coinvolgimento dell’Ordine degli Architetti di Salerno.
Mostre fotografiche della Salerno turistica degli anni sessanta.
Pubblici dibattiti e convegni con le categorie produttive e gli attori pubblici, privati, istituzionali.
Petizione Popolare
La gente di Salerno sia partecipe e protagonista del suo destino.
Viene da oggi attivata una petizione popolare per la delocalizzazione del porto commerciale di Salerno che durerà per tutta la stagione estiva.
La petizione potrà essere sottoscritta tutti i giorni dalle 8,30 alle 13,30 presso la sede dell’associazione La Nostra Libertà in via Lucio Petrone 69, o presso la sede del gruppo consiliare al Comune di Salerno, e in occasione delle manifestazioni pubbliche che La Nostra Libertà organizzerà per il progetto La Città del Mare.
Può aderirsi alla petizione popolare anche cliccando “mi piace” sull’apposito link nella pagina facebook Lanostralibertà.
Si tratta di una proposta velleitaria e, ritengo, difficilmente attuabile.
Già molto dibattuta fin dai primi anni 50 del secolo scorso, la delocalizzazione del porto commerciale fu avversata da amministratori e cittadini dei territori a sud di Salerno, che sarebbero stati snaturati per l’insediamento delle strutture e infrastrutture occorrenti. Ma si opponeva anche chi riteneva utile e vantaggioso per la città mantenere lo scalo nel sito originario. Prevalse quindi il partito della conservazione e fu avviato un processo di ammodernamento e potenziamento che, per forza di cose, sacrificò spiagge e stabilimenti balneari, senza tuttavia tener conto che la conformazione orografica dell’area non era la più idonea, data l’assenza di significativi margini di futura crescita.
Ora però la delocalizzazione sarebbe ancora più problematica, anche perchè diversa è la sensibilità verso le tematiche ambientali e di salvaguardia dei territori.
Nelle condizioni date, si tratta di migliorare l’efficienza e l’operatività della struttura che comunque assicura significativi livelli di redditività e di occupazione. Ok per il dragaggio dei fondali e l’allargamento dell’accesso dal mare. Non sono più dilazionabili però nè la realizzazione di aree retroportuali (per ridurre lo stazionamento prolungato di container e autovetture sulle banchine), nè l’apertura – mediante un tunnel dedicato – di una via di collegamento su rotaia dal porto direttamente con la rete ferroviaria nazionale.
Non si può continuare a rimanere privi di una simile utility. Ne andrebbe di mezzo il futuro del porto, se non potesse disporre di un moderno sistema integrato di trasporto, in linea con le tendenze in atto presso le principali aree portuali nazionali ed estere.