Addetto stampa dell’Angri con Parkinson va in gol contro morbo

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«Dopo il gol ho ripreso a tremare, non per il Parkinson ma per l’emozione»: è una storia di rivincita su una malattia che lo affligge da anni, neurodegenerativa, quella di Francesco D’Antuono, 48 anni, addetto stampa dell’Angri 1927, squadra di calcio del Salernitano che milita nel girone D della Promozione campana.

Sabato scorso per l’ultimo incontro di campionato, così come anticipato da media locali, Francesco è sceso in campo e ha scoperto che tirare calci a un pallone lo aiuta a combattere il morbo.

Quando gioca al calcio il tremore del morbo si affievolisce; e quando segna scompare del tutto perché, dice, “il Parkinson è come una radiolina con il volume troppo alto: se la schiacci con i piedi riesci a sopportarlo”.

É stato sicuramente il gol più bello mai realizzato quello che Francesco D’Antuono, 48 anni, addetto stampa dell’Angri 1927, ha messo a segno sabato scorso, nel Salernitano, in occasione dell’ultima partita del girone D del campionato di calcio di Promozione campana.

Sabato, in occasione del suo esordio, ha provato l’emozione di andare a rete, “anche per spingere l’opinione pubblica a tenere alta l’attenzione su questa grave malattia”. “Devo confessare – dice all’Ansa – che ho tremato, di nuovo, non a causa del Parkinson, ma per l’emozione, per la gioia, di avere fatto gol”.

Un gol agli avversari ma anche a ‘Mister P’ (così lui ha ribattezzato la sua malattia). Con la sua rete, Francesco, sceso sul terreno di gioco con la maglia numero 15, ha momentaneamente riequilibrato le sorti della sua squadra che stava perdendo 2 a 1 contro il Poseidon.

Purtroppo, alla fine, gli avversari hanno vinto, 3 a 2. Lui non nasconde il disappunto ma qualunque sia stato l’esito Francesco ne esce vincitore. Élui stesso a descrivere l’azione: “Mi hanno passato la palla, potevo mirare a rete ma avevo paura di sbagliare. Allora ho scaricato la sfera al centravanti Filippo Tortora con un bel ‘cucchiaio’. Filippo l’ha data a Fabio D’Antonio il quale me l’ha restituita per spingerla in rete. Ho calciato verso l’angolino alla destra del portiere, che non l’ha presa”.

In campo è scoppiata la gioia. Tutti gli si sono avvicinati, anche gli avversari, per “battere il cinque” poi la corsa verso la panchina per ringraziare con un abbraccio pieno d’emozione mister Pasquale Vitter. ” Purtroppo c’e’ ancora una scarsa attenzione per chi ha a che fare con il parkinson. Spero che il mio sia un gol anceh all’indifferenza. Io, quando gioco, non sento la malattia, sì sono più lento degli altri, meno efficace, ma mi fa bene. Col pallone ai piedi non mi sento malato. Mister P si può battere”.

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