Ecco cosa scrivono in una nota: «Temiamo che il gesto non sia una bravata giovanile, ma l’ennesima ingiuria fascista. Più volte la città è stato scenario di provocazioni fasciste, come quando, furono apposti manichini raffiguranti partigiani impiccati all’ ex pretura di Cava dei Tirreni. Era il 25 aprile, giorno dell’anniversario della liberazione. Questo perché, la messa a terra del “monumento memoriale” partecipa al progetto “Il Giardino della Resistenza”.
Un’area verde all’interno Parco Falcone e Borsellino formata da aceri rossi piantati per onorare gli uomini e donne che hanno lottato per liberare l’Italia dal Nazifascimo. Il primo acero, piantato il 25 aprile del 2015, è stato dedicato alla staffetta partigiana Bianca Bracci Torsi, l’anno dopo, è stata onorata la figura di Mario Zinna.
L’uomo nato ad Atripalda (in provincia di Avellino) partìì, giovanissimo, alla volta del Nord Italia. Arrivato nelle aree occupate dall’esercito tedesco, all’indomani 1943 si unisce alle brigate partigiane. Quest’anno alberi e targhe hanno ricordato il cavese, Vincenzo Salsano e Gennaro Carignola. Entrambi partigiani della prima ora. Come ANPI pensiamo che sia il ricordo della resistenza il vero obiettivo del furto, insomma, pensiamo che l’atto sia “la nuova via” attraverso cui alcuni gruppi neo-fascisti continuare a praticare l’apologia del fascismo a Cava de’ Tirreni.
In risposta a tale provocazione, come ANPI annunciamo la messa a terra di una nuova targa dedicata alla memoria di “Pugno” e invitiamo il fronte antifascista della città, i rappresentati istituzionali e il Sindaco Vincenzo Servalli a prendere parte a tale appuntamento. Invitiamo tutti loro anche a ribadire con forza il carattere antifascista della città di Cava de’ Tirreni».
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