Sono, quindi, vietate nuove ricerche, nuove prospezioni e nuove estrazioni di idrocarburi nei Parchi e nelle aree contigue, essendo fatti salvi unicamente i pozzi già esistenti e le sole attività ad essi “strettamente conseguenti”.
La norma è diretta a introdurre in via generale nella legislazione italiana questo giusto divieto, al fine di salvaguardare e tutelare il valore ambientale ed il pregio paesaggistico delle aree protette, precludendo attività inevitabilmente invasive ed incompatibili con le finalità di conservazione e valorizzazione di tali zone.
Vanno, di contro, incentivate e promosse nei Parchi tutte le iniziative rispettose del Territorio e delle sue vocazioni naturali, che vanno nella direzione dello sviluppo eco-compatibile, dell’agricoltura di qualità, del turismo, della green economy, della crescita di tante energie locali capaci di mettere insieme tradizioni e innovazione, produzioni tipiche e nuove tecnologie.
Fondamentale in questa prospettiva e’ l’istituzione di un Fondo stabile annuale, previsto in un mio emendamento approvato dalla Camera, per finanziare misure di incentivazione e di fiscalità di vantaggio nei Parchi.
Il divieto di nuove ricerche ed estrazioni e’ una norma molto importante e significativa per il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, la cui piena valorizzazione passa non già per attività di trivellazione, ma per la promozione di progetti ed interventi capaci di determinare un equilibrato sviluppo sostenibile, “a misura d’Uomo”.
Lo scrive in una nota l’onorevole del PD Tino Iannuzzi
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