Dodici anni fa è scomparso col desiderio di rivedere la sua Amalfi. Di respirare l’aria di casa che sentiva sulla pelle. E ieri pomeriggio Gaetano Afeltra si è ripreso idealmente il cuore della città riannodando quel legame mai reciso. E ciò è avvenuto senza feste né clamori. In un’atmosfera sobria. In un clima di solo ricordo dell’uomo, dello scrittore, del giornalista. «E’ un momento emozionante per me, per l’Amministrazione, per i familiari di Gaetano Afeltra, per tutti coloro che lo hanno conosciuto di persona o tramite i suoi scritti – ha detto il Sindaco di Amalfi, Daniele Milano – Da oggi colmiamo un vuoto, un debito di riconoscenza della città di Amalfi verso uno dei suoi figli più illustri. Una sfida che abbiamo lanciato due anni fa, e che oggi portiamo a termine dopo un iter burocratico abbastanza tortuoso, ma che ci rende orgogliosi di aver restituito merito alla memoria. Noi che siamo prossimi ad una persona che ha servito e portato in alto il nome di Amalfi, riusciamo oggi a ricordare con numerose testimonianze la vita di un figlio della nostra città. Afeltra è stato lungo tempo lontano da questa città, ma non l’ha mai dimenticata. Ritornò un giorno del ’96 e lo fece come se fosse andato via la sera precedente – ha aggiunto il primo cittadino – La città si stringe nel ricordo di Afeltra alla presenza di numerose autorità civili e militari, di giornalisti, di amici, di familiari. Siamo onorati di avere con noi il direttore Ferruccio de Bortoli, che ha annoverato Gaetano Afeltra tra i suoi maestri. Non a caso per questo evento abbiamo scelto una bella immagine: una foto, bellissima secondo me, della visita del Presidente Carlo Azeglio Ciampi alla redazione del Corriere nel ’99, con un giovane Ferruccio de Bortoli accanto ai titani Enzo Biagi, Indro Montanelli e Gaetano Afeltra».
Un atto d’amore che si è materializzato con l’intitolazione della strada a suo nome, quella che unisce la piazza Duomo allo slargo dei Dogi, e con lo scoprimento della lapide che rievoca quell’orgoglio dell’appartenenza che gli ha sempre fornito l’energia necessaria per vivere da testimone appassionato le vicende di oltre settant’anni di storia amalfitana. «Mio padre dal cielo è molto felice per quanto voi fate ad Amalfi alla sua memoria – ha scritto Maddalena Afeltra, la figlia del grande giornalista, in un telegramma fatto recapitare qualche giorno fa al sindaco di Amalfi – Io vi ringrazio dal più profondo del mio cuore. Mio padre parlava sempre di Amalfi come la sua unica città». Un testo che è stato letto in piazza, ieri pomeriggio, dinanzi a una folla delle grandi occasioni formatasi a ridosso del Supportico Gaetano Afeltra. Qui, a scoprire la lapide, sono stati proprio il sindaco Daniele Milano e l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli che non senza emozione ha delineato il profilo dell’amico e maestro. «Gaetano è stato non soltanto un maestro, ma un amico – ha detto de Bortoli – Ho avuto il privilegio di essere suo direttore e anche di dirgli qualche no che talvolta non ha del tutto gradito. Dicevano Montanelli e Biagi che Gaetano Afeltra era il capo perfetto di tutti noi. Nel senso che sapeva dirigerci con grande ed amichevole prontezza e talvolta con l’autorità che gli deriva dal suo essere amico, collega, direttore. Era il capo perfetto che tutti noi avremmo voluto avere. Ho passato con lui tante giornate milanesi: era diventato più milanese di me. Più milanese di un milanese autentico, Amava moltissimo la città ma in ogni serata che abbiamo trascorso insieme c’è stato sempre un momento di particolare emozione e trasporto in cui c’era un pensiero per la sua Amalfi, per la sua infanzia, i suoi ricordi. Questa giornata celebra l’eccellenza di Amalfi, di un suo figlio che la sua terra l’ha sempre portata nel cuore descrivendola come il luogo più bello del mondi secondo lui. E non possiamo, oggi, che dargli ragione».
Un amarcord che è poi proseguito nell’antico Arsenale in un clima di grande spontaneità. Qui l’Afeltra amalfitano e l’Afeltra milanese sono stati rievocati dal decano dei giornalisti della Costiera, Sigismondo Nastri, e dallo stesso de Bortoli. A stimolarli, con garbo ed eleganza, è stato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli che ha coordinato il ricordo di don Gaetanino. «L’alto rispetto che si dà a Gaetano Afeltra è quello di essere stato uno dei figli migliori della nostra terra, uno dei nostri padri migliori, uno dei migliori ambasciatori della nostra terra – ha detto l’assessora alla Cultura, Enza Cobalto – Una persona che a 12 anni dalla sua scomparsa ancora riesce a smuovere gli animi. A portare ad Amalfi personalità del calibro del direttore Ferruccio de Bortoli. Mi raccontavano che Gaetano Afeltra era solito parlare di Amalfi, non solo nei suoi articoli, nei suoi romanzi, ma anche quando veniva invitato ad un convegno. Gli bastava vedere tra il pubblico una persona amalfitana e subito partiva l’aneddoto, col suo solito umorismo e il sorriso un po’ nostalgico. Nell’ultima cerimonia che abbiamo fatto in Arsenale abbiamo fatto un collegamento telefonico con la figlia Maddalena, che ci raccontava che il padre era solito, nelle domeniche mattina invernali di Milano, recarsi alla stazione centrale con un altro amalfitano milanese come Pierino Florio. Aspettavano il treno che proveniva da Salerno, per vedere se ne scendesse qualche amalfitano. Questo ci restituisce Afeltra e il suo amore per Amalfi, città che oggi fa onore a questo rapporto. Oggi mi sento, oltre che onorata, emozionatissima ad essere partecipe di questo bel tassello di storia amalfitana. Grazie a quelli che hanno condiviso con noi questo momento. Un grazie particolare va alla famiglia, alla figlia di Gaetano Afeltra, Maddalena, con la quale abbiamo iniziato un dialogo ed un rapporto che spero continui e porti altri momenti importanti da condividere nel nome di Afeltra».
Al termine dell’incontro, che ha restituito in pieno la figura di Afeltra, il gesto dell’Amministrazione che, accogliendo simbolicamente de Bortoli nella comunità amalfitana che tanto ha avuto da lui in questa giornata della memoria, l’ha omaggiato di una penna “Magnifica Amalfi” realizzata da Delta, affinché il ricordo e la riconoscenza della città lo accompagnino in futuro.
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