L’ambizioso progetto è stato condiviso dal sindaco Pietro Pentangelo. “Gettiamo le basi per costruire percorsi condivisi e per valorizzare reti tra diverse realtà scientifiche e culturali, puntando sulle nostre eccellenze e peculiarità territoriali – ha così dichiarato –
L’obiettivo è fare tesoro delle ricerche scientifiche e risultati ottenuti in campo medico sanitario per diffondere la cultura della sana alimentazione, difendendo e preservando le nostre produzioni tipiche ed eccellenze agroalimentari”.
Ed è proprio partendo dal potenziale antitumorale del “Corbarino”, il particolare pomodorino di collina, coltivato sul territorio e del pomodoro SanMarzano, entrambi oggetti della ricerca condotta da Giordano che si è imperniato il dialogo tra gli esperti intervenuti.
“Analizzando le proprietà antiossidanti e la quantità di singoli componenti di queste due varietà di pomodoro – ha dichiarato Giordano – abbiamo scoperto che il loro effetto antitumorale non sembra essere correlato alla presenza di specifiche molecole, come il licopene”.
Piuttosto, “i nostri dati suggeriscono che i pomodori debbano essere considerati nella loro interezza e che specie distinte possono esercitare effetti diversi su stadi diversi di sviluppo tumorale”.
La ricerca, come evidenziato durante la lectio del noto patologo, mostra che entrambi gli estratti di pomodoro, San Marzano e Corbarino, sono stati in grado di inibire la crescita e la capacità di formare cloni in mezzo semisolido, caratteristica tipica delle cellule maligne, di tre linee cellulari tumorali gastriche. Il trattamento con tutti gli estratti di pomodoro ha inoltre influenzato processi cellulari chiave.
“E’ stato visto infatti che ostacolano la capacità di migrazione delle cellule cancerose, arrestano il ciclo cellulare attraverso la modulazione delle proteine della famiglia del retinoblastoma e di inibitori specifici del ciclo cellulare, e infine inducono la morte delle cellule tumorali attivando l’apoptosi- cosi ha evidenziato Giordano, alimentando il successivo dibattito. “.
La correlazione tra ambiente, alimentazione e stili di vita tra i temi discussi durante il dibattito con l’intervento di Mario Capunzo – Direttore del Dipartimento di Medicina Scuola Medica Salernitana che ha esortato a costruire una rete tra gli altri soggetti coinvolti nel progetto condiviso da Rocco De Prisco del Cnr che ha informato sui risultati raggiunti da anni di ricerca sul territorio.
Educazione alimentare che parte dai più piccoli è quanto ha evidenziato Angelo De Maio – Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “De Filippo” e confermato dall’intervento di Giuseppe Cringoli – Direttore della Scuola Agraria e Medicina Veterinaria della Federico II di Napoli, puntando verso un’interazione costante tra il polo universitario e il territorio.
Una considerazione condivisa da Teodoro Cardi –Direttore del Consiglio per la ricerca nell’agricoltura che ha evidenziato i risultati raggiunti e della necessità di garantire equilibri spesso alterati come ha indicato il giornalista Sky Tg24 Paolo Chiariello, autore con Giordano di un libro sulle correlazioni tra inquinamento ambientale come nel caso della Terra dei fuochi e i tumori. Distogliere l’attenzione dalla schizzofrenia alimentare e non corretti stili di vita sono stati i temi tracciati dal divulgatore scientifico Aldo Primicerio.
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